"Il tempo è scaduto: subito la manovra finanziaria e poi subito al via
con il cambiamento della Regione"
Riforme e lavoro. Sono questi i punti cardine della
piattaforma dei Riformatori sardi per la Sardegna. E da questa piattaforma parte
il dialogo con le altre forze politiche per cambiare davvero la Sardegna. E'
questo ciò che è emerso dalla riunione dei quadri dirigenti dei Riformatori
sardi oggi a Oristano al Mistral 2.
"Questi ultimi mesi di legislatura non devono andare sprecati - dice il
coordinatore regionale del partito, Michele Cossa - Ciò che è accaduto alle
elezioni politiche è emblematico: gli elettori, i sardi vogliono un cambiamento
vero, reale. Un cambiamento nei fatti e non nelle parole. Un cambiamento di
stile, nel modo di approcciarsi alla politica. Un politica al servizio dei
cittadini, che guarda al futuro con ottimismo e decisione".
Dunque, dicono i Riformatori, ora il Consiglio regionale approvi
celermente la manovra perché "il sistema Regione non può stare ancora senza
legge Finanziaria: già pesantemente provata dalla crisi, la Sardegna non può
sopportare ulteriori ritardi, che mettono a rischio anche i pagamenti degli Enti
locali e gli stipendi dei dipendenti". Ma immediatamente dopo si passi alle
riforme.
"E' necessario - è il pensiero dei Riformatori sardi - fare le leggi di
attuazione dei referendum, con l'abolizione delle province e dei cda degli enti
regionali, l'istituzione dell'Assemblea costituente del popolo sardo.
Finanziaria, lavoro e riforme: questi i tre punti da cui non si può
prescindere".
E su questi punti, il partito valuterà con chi è possibile dialogare per
costruire una Regione moderna ed efficiente. "Gli elettori hanno chiesto al
legislatore un intervento drastico e rapido. Invece, a distanza di quasi un anno
da quel referendum, sono stati tagliati i posti in consiglio regionale e le
indennità, ma le Province ci sono ancora tutte, e presidenti, Giunte,
commissioni e Consigli saldamente al loro posto".
Il tempo è scaduto, concludono i Riformatori, "ed è disarmante osservare
che, almeno nelle stanze del potere, c'è ancora chi non si è reso conto di
quanto sta accadendo nel mondo reale".