PARLAMENTARI SARDI E GIUNTA REGIONALE TUTELINO DIRITTI SARDEGNA
– “Cosi
com’è questo decreto legge non può e non deve essere convertito e mi aspetto
che i nostri rappresentanti nel parlamento italiano facciano il loro dovere
opponendosi e prendendo le distanze da questa politica che ancora una volta si
piega alle pretese di un certo sistema industriale cinico e rapace anche a
costo di calpestare i diritti primari del popolo che pretende di governare”. Lo
ha dichiarato il Segretario Nazionale del Psd’az Giovanni Angelo Colli,
denunciando “le inaccettabili implicazioni riferite alle bonifiche ambientali”,
che sono contenute nel testo del decreto legge 21 giugno 2013 n. 69. “Il
cosiddetto decreto del fare, all’art. 41 primo comma, prevede che l’art. 243
del decreto legislativo n. 152/2006 (testo unico dell’ambiente) sia sostituito
dalla seguente disposizione: “Nei casi in cui le acque di falda contaminate
determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della
fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono
essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione”.
Per Colli la lettura non lascia spazio ad interpretazioni: “In sostanza il
governo Letta ha deciso che le industrie che inquinano anche al punto tale da
porre a rischio la salute delle persone, potranno bellamente continuare a farlo
se l’eliminazione della fonte di contaminazione risulterà essere troppo
onerosa. Ma l’incredibile – spiega il
Segretario sardista – è che al danno si aggiunga anche la beffa poiché le
stesse industrie inquinanti non saranno, in tal caso, tenute ad eliminare la
diffusione della contaminazione, bensì ad attenuarla”. Tutto questo, prevede
Colli, se il decreto verrà convertito in legge “potrà tranquillamente avvenire
con buona pace di tutti i sardi, che già ora sono costretti a convivere con
l’arroganza di chi in cambio di pochi, malpagati e perennemente precari posti
di lavoro specula e si arricchisce, infischiandosene della salute altrui e
scaricando sulla collettività i costi del recupero ambientale”. Una
“prospettiva nefasta” che impone l’immediato intervento anche della Giunta
regionale: “Mi aspetto che anche la Regione Sardegna attraverso l’adozione di
provvedimenti immediati – conclude Colli – si attivi prontamente affinché
vengano tutelati i nostri diritti di popolo e si impedisca la libertà di
continuare ad inquinare senza mai pagare, poiché è molto semplice immaginare
cosa potrebbe capitare in Sardegna se lo stato italiano consentirà addirittura
per legge di inquinare impunement