Probabilmente
dovremmo chiedere alla politica che si faccia un emendamento salva prime case
ma in realtà sarebbe meglio parlare di emendamento salva famiglie. Sì perché è
di questo che si tratta di salvare decine di famiglie dalla strada, dalla fame
e dalla perdita di dignità. Parole molto forti pronunciate dalle famiglie
maddalenine ma ampiamente giustificate se si pensa che nella lunga lista di
demolizioni non sono presenti doppie o triple case, non sono presenti nomi di
ricchi imprenditori e/o persone che lucrano da affitti estivi ma semplicemente
modeste famiglie di operai, pensionati, disoccupati che hanno una prima casa e
in alcuni casi con bambini neonati e persone diversamente abili a proprio
carico, un dato, questo, da non sottovalutare anche dal profilo dell’ordine
pubblico, se qualcuno infatti dovesse rimanere senza tetto la sua reazione
potrebbe essere assai diversa da chi si vede demolire una casa utilizzata per
un paio di mesi all’anno. Dal punto di vista sociale un “abusivismo necessario”
per questo le famiglie chiedono con forza alla classe politica e giuridica che
venga fatta una valutazione caso per caso sugli abbattimenti delle case
abusive, salvando dalla demolizione chi ha costruito per necessità. E' compito
dei Comuni e delle istituzioni interloquire con chi di dovere, viviamo in un
Paese in cui slitta tutto, dalle condanne alle indagini, dagli arresti al
riesame, viviamo nell’era delle prescrizioni e dell’indulto non si capisce
perché si dovrebbe essere implacabili solo col mettere le persone in strada. Le case abusive ventennali, e non
sanate, sono costruite oltre la fascia
dei 150 metri dal mare e non contrastano con rilevanti interessi urbanistici e
ambientali lo dimostra il fatto che le stesse in origine erano zone F4
(residenziali turistiche) passate successivamente nel 2004 zona H (massima
tutela ambientale) a seguito del nuovo piano urbanistico comunale effettuato
dall’assessore competente al quale chiediamo spiegazioni, se pur a distanza di
anni, delle motivazioni che lo hanno spinto a prendere tale decisione che di
fatto oggi mette in ginocchio moltissime famiglie locali. Oggi attendiamo
con ansia e preoccupazione gli esiti di questo provvedimento, siamo legati ad
un filo tenue di speranza che ci ha spinto a scrivere più lettere indirizzate
al Papa, ai vescovi di Tempio e di Sassari, al Presidente della repubblica e al
Ministero dell’ambiente, tutte con un unico messaggio di aiuto e diritto al
futuro per noi ed i nostri figli.
Le Famiglie