Leggendo la stampa locale e nazionale, sembra che la notizia che l’isola di Budelli sia stata venduta per
davvero,sia stata inserita nel faldone dei “patrimoni naturalistici svenduti”.La
gente si interroga sul futuro dell’isola, preme affinché diventi patrimonio pubblico, si
alzano le barricate per evitare speculazioni o chissà quali interventi
sull’isola. Alle domande cosa ne sarà di Budelli ora che è stata venduta a un privato, la
risposta che potrebbe essere:
assolutamente nulla, arriva dall’architetto Antonello Naseddu, maddalenino che
è presidente dell’associazione CO.A ( coattal action strategy)che è un
laboratorio di ricerca che studia fenomeni di trasformazione urbana e
territoriale e propone strategie di intervento nella specificità del territorio
della Sardegna.Naseddu sa che Budelli è riconosciuta universalmente come
patrimonio naturale e paesaggistico, e per questo motivo è vincolata a tutti i
livelli, da quello sovra-nazionale a quello locale.<Pertanto non è un patrimonio dismesso dallo Stato, ma un bene
che è passato dalle mani di un privato a un altro.A nome dell’associazione e
non a titolo personale spiega quello che è successo a Budelli negli ultimi
dieci anni .Lui stesso e il suo collega Cappelli erano stati contattati da una
società che voleva acquisire Budelli per
elaborare un progetto organico che comprendesse tutta l’isola<<elaborammo
una serie di idee per un uso eco-compatibile dell’isola, che prevedeva il
recupero dei manufatti esistenti e soprattutto il ripristino di una rete di
percorsi che avrebbe reso fruibile l’intera isola ai visitatori,con l’istituzione
di un evento internazionale,oltre al
posizionamento
di piccole piattaforme per concerti acustici non invasivi, per fare di Budelli un piccolo laboratorio per il
turismo sostenibile.>> Non se ne fece nulla perchè la società volle
ristrutturare solo la casa che però non è mai stata ristrutturata La nuova
società
sembra avere
tutte le caratteristiche per realizzare a Budelli tutto quello che di buono non
si è fatto sino ad ora?<<
Tutela e sviluppo
economico,- afferma Naseddu - non ci si stancherà mai di dirlo, sono
assolutamente compatibili, così come sono compatibili gestione pubblica e
privata, così come possono coesistere benefici alla popolazione locale ed
eventuali (e legittimi) benefici privati.Questo, dalle parti di mr. Harte lo
sanno bene, e probabilmente sulla tutela dei beni naturali hanno tanto da
insegnarci.
In questo
senso io, fossi nei panni di chi oggi gestisce il territorio dell’Arcipelago,
accetterei volentieri consigli e nuovi stimoli provenienti dalla Nuova Zelanda.
Piuttosto
che pensare a fare battaglie che paiono sinceramente di facciata, si pensi
davvero a una seria pianificazione del territorio dell’Arcipelago, che permetta
una volta per tutte di risollevare la situazione sociale ed economica
dell’isola mettendo a disposizione in modo intelligente le bellezze naturali
dell’Arcipelago.Peone