Sembrava di essere ritornati ai tempi in cui il 2 giugno dedicato alla festa della repubblica e a
Giuseppe Garibaldi , l’isola ospitava centinaia e centinaia di garibaldini provenienti dalla Sardegna
e dal continente per partecipare alle manifestazioni che venivano organizzate .Lunedi 2 giugno ,
quindi , le manifestazioni sono iniziate alle 09.30 con la deposizione, questa volta , di una
corona sotto la lapide dei caduti in piazza Garibaldi da parte del sindaco Comiti e del
comandante Claudio Gabrini alla presenza di tutte le autorità civili e militari , associazioni d’arma
e combattentistiche , di garibaldini provenienti da diverse città sarde Baratili San Pietro e del
continente , dei pronipoti Anita e Giuseppe , del sindaco di Sassari . Il corto poi si è diretto in
piazza Umberto I per rendere omaggio a Maggior Leggero sotto il cui busto sono state deposti
fiori e corone da parte di tutti . Anche sotto il busto di Anita sono state deposte corone e
mazzi di fiori . Le cerimonia piu’ toccante ed importante si è svolta a Caprera nella tomba
dell’eroe sulla quale sono state deposte corone e fiori , di fronte al picchetto d’onore della
marina e della banda Giuseppe
Garibaldi che ha intonato inni di Garibaldi e quello di Mameli applauditissimo . Infine al termine
tutti sotto il pino di Clelia per i discorsi .-Ha iniziato il sindaco Angelo Comiti << sarà il mio
ultimo 2 giugno da ricordare dopo nove anni intensi di grandi eventi . Ma nello stesso tempo
voglio ricordare ancor una volta che il governo non trovi gli stimoli, fra tanti esponenti, ministri,
viceministri, per mandare qui qualcuno a rappresentarlo ..
Comiti ha rimarcato polemicamente questa cosa con la speranza che non si ripeterà in
futuro.Nicola Sanna sindaco di Sassari:<< Voglio ricordare Giuseppe Garibaldi nella sua veste di
emigrante. Come tanti sardi. Fuori dalla sua terra egli ha cercato la Sardegna, è venuto fra noi
ed è diventato agricoltore. Molte delle esperienze da lui fatte sui terreni di Caprera sono restati
nella storia dell’agronomia sarda>>









Aldo Accardo (presidente
Fondazione G. Garibaldi):
“ [riferendosi al Memoriale] …
Abbiamo costruito un centro vivo in cui la memoria e la storia si intrecciano.
La memoria è una cosa che vogliamo principalmente riservare alle future
generazioni, senza andarla a ricercare nei documenti barbari, noiosi, vecchi,
bensì con un afflato nuovo e moderno. Così come, 150 anni fa, era moderno e
rivoluzionario Garibaldi. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando per avere questi
frutti, e credo che con la pazienza e con la calma si possa mettere un seme
che, però, andrà curato con pazienza, coraggio e buona volontà, perché dia quei
frutti che ci attendiamo”.
Daniele Romanelli (docente di
storia del Risorgimento):
“… Ricordiamo la data del 2
giugno come intreccio fra la storia italiana e Giuseppe Garibaldi. Un intreccio
costante che non deve essere lasciato all’oblio della memoria. Questa memoria
deve essere una memoria viva, e noi speriamo che si possa sviluppare
nell’intreccio con l’Italia repubblicana di oggi. Il fatto di aver scelto di
stare a Caprera è la volontà che qui egli volle mettere le radici, dopo essere
stato marinaio del mondo volle essere figlio dell’italianità. Questo singolare
uomo che ci meraviglia ancor oggi perché accomuna in sé il desiderio della
libertà dell’Uomo, nel rispetto della legalità istituzionale . Giuseppe
Garibaldi è il simbolo del realismo supremo, del rispetto delle leggi e della
costituzione, ma non pensò mai di beneficiare della sua posizione. Fu dittatore
in Sicilia dal maggio 1860 e l’ottobre 1860 per ragioni di guerra, ma appena
poté rinunciò a quel titolo tornando a essere uomo comune”.
Peone