Le classi II linguistico, III Scientifico e III classico dell’Istituto di Istruzione Superiore di La
Maddalena, hanno partecipato ad un progetto laboratoriale in località Santa Reparata, nei
pressi di Santa Teresa, dove si trova un significativo insediamento nuragico “ Lu Brandali”,
risalente ad un periodo compreso fra il XIV ed il X secolo aC. i cui scavi in corso sono curati
dall’archeologa Angela Antona. E’ stata per gli studenti una giornata indimenticabile che li ha
resi protagonisti nella ricerca , nella collocazione dei reperti che hanno trovato e sopratutto si
sono divertiti . << I ragazzi, - ha detto l’insegnante che li accompagnati Giusy Murtas -
guidati dalle archeologhe responsabili degli scavi, sono stati “ operativi”: hanno scavato ed
appreso sul campo il lavoro dell’archeologo, hanno riportato alla luce significativi reperti come
ossa e denti di animali, pestelli e cocci di ceramica, hanno fatto “supposizioni” ,
cercato “conferme” sui reperti da loro rinvenuti e si sono soprattutto divertiti>>La scuola ,
quindi , oltre che far sostare i ragazzi sui banchi per diverse ore , apre i confini oltre le mura
per cercare di far conoscere le attività che piu’ si addicono agli studenti ,tanto è vero –
conferma la professoressa Murtas – che questa iniziativa
<<è stata finalizzata alla conoscenza archeologica del territorio, attraverso la messa in opera
delle tecniche di scavo, di produzione e di lavorazione della ceramica in età nuragica, ha dato
la possibilità agli studenti di sperimentare un nuovo ed entusiasmante approccio nei confronti
dello studio della preistoria spesso vista e “subita” come un susseguirsi di mere nozioni lontane
dal loro mondo. >>Queste iniziative – a giudizio della scuola e dei professori- sono
estremamente positive, aprono la strada ad una scuola meno libresca e più laboratoriale ,
legano il sapere al territorio, stimolano nuovi interessi e nuove curiosità. I ragazzi , pur non
sapendo a che cosa andavano incontro hanno dimostrato prima curiosità e poi interesse nel
conoscere un mondo nuovo a loro sconosciuto che li ha resi protagonisti nei due giorni in cui
hanno lavorato,tanto è vero che l’elevato indice di gradimento,- chiosa la professoressa
Murtas- espresso in diverse modalità dai ragazzi protagonisti del progetto, ha spinto i docenti,
coinvolti nelle attività, a programmare l’esperienza per i prossimi anni non solo per le loro
classi, ma anche per quelle, si spera, di tutto l’Istituto.Infatti enti archeologici, come quello
attivo a “Lu Brandali” vivono, anzi spesso sopravvivono, in condizioni piuttosto critiche:
l’intervento delle scuole dà la possibilità di coniugare attività didattica di primordine con azioni
solidali e concrete rivolte alla salvaguardia del territorio.peone