NASCITA
Venerdi
pomeriggio c’è stata in ‘altra nascita all’ospedale Paolo Mero di La Maddalena. Di solito tutte le partorienti
dopo le 39 canoniche settimane di attesa devono seguire un protocollo che
impone il trasferimento a Olbia in attesa che[A1] il parto avvenga – Ebbene venerdi ancora
una volta sono saltati tutti i dispositivi e Matteo , il nome del neonato, è arrivato nella sala del Paolo Merlo per la
gioia della madre e del padre, dopo un
parto che il ginecologo e le ostetriche hanno condotto con grande professionalità. Il
caso ha voluto che la madre Paula dopo essere stata controllata ad Olbia, ha
sentito che le doglie erano frequenti è stata ricoverata nel reparto nascite
fino a che le contrazioni sono arrivate a pochi centimetri. Non c’era piu’ il
tempo per richiedere l’intervento dell’elicottero e neppure il trasferimento in
ambulanza ed allora non è rimasto altro ai medici attendere il suo arrivo. E’ andato tutto bene ma questa è l’ennesima
dimostrazione che la sanità non è una equazione matematica – afferma Stefania
Terrazzoni portavoce del gruppo delle mamme- continuano a crolla re le teorie
dei professori con nascite su elicotteri p nei lettini del pronto soccorso. Ci
chiediamo se sia piu sicuro affrontare
questa roulette russa dei parti , oppure rimettere in sicurezza un reparto che
prima della sua sospensione funzionava in maniera eccellente . Ma non lo dicono
le mamme , lo dicono – prosegue Terrazzoni – i dati storici del presidio. Ci
chiediamo quale sia la procedure prevista per le gravide in imminenza di parto
considerato che non possono ne essere trasportate ne partorire in un reparto non
sicuro come viene classificato quello del Paolo Merlo . Alla luce di questi
ultimi episodi che confermano quanto affermiamo da oltre tre anni, valuteremo
d’intraprendere una class action per far
emergere eventuali responsabilità >> : peone