- “Anche in Sardegna i borghi possono essere motore di sviluppo come già sono in altre Regioni italiane. Sono infatti il modello di uno sviluppo turistico sostenibile e possibile nel quale la Regione crede”. Lo ha detto oggi a Castelsardo l’assessora del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas, intervenuta all'apertura della sessione plenaria della XVII assemblea nazionale dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”.
15 anni di "Borghi più belli d'Italia". Ospitato nel castello dei Doria, l’evento annuale dell’associazione, che festeggia i 15 anni di vita, raduna i sindaci e i loro delegati dei 271 borghi italiani certificati. L’assemblea si è aperta coi saluti del sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu, del presidente Fiorello Primi, del sottosegretario con delega al turismo Dorina Bianchi e di Raul Ortiz, rappresentante della rete dei borghi spagnoli. Nel pomeriggio di ieri, i lavori introduttivi erano stati aperti dal saluto del presidente della Regione Francesco Pigliaru.
Borghi, non solo mura. “La crescita del segmento turistico legato ai borghi – ha detto ancora l’esponente della Giunta – ci dice che dobbiamo ripartire dai luoghi vivi, dove il patrimonio architettonico e culturale convivono in armonia con chi li abita. Sono soprattutto le persone infatti a conferire a queste località la dimensione esperienziale che i viaggiatori oggi cercano. I “borghi più belli d’Italia” sono dunque il modello di un turismo sostenibile e di qualità, che in Sardegna, insieme alle altre offerte legate ai cammini, al benessere e all’outdoor, può affermarsi come complementare al balneare e rafforzare i mesi di spalla a quelli estivi”.
Progetti di qualità. L’esperienza de “I borghi più belli d’Italia” nasce dal basso e questo è un aspetto molto importante, secondo la titolare del Turismo. “Nei piccoli Comuni – ha detto - ci sono potenzialità e progettualità che diventano strategiche anche a livello regionale. Il ruolo delle Regioni, e in particolare della nostra, è quello di aiutare i sindaci e i Comuni a dialogare tra loro e supportarli nella definizione dell’offerta. Lo stiamo facendo qui in Sardegna, perché i progetti legati ai “borghi più belli d’italia” costituiscono buone pratiche, non solo turistiche, che possiamo prendere come riferimento per paesi e città che non hanno grandi attrattive architettoniche e ambientali ma possono avere un ruolo complementare ed entrare in rete con gli altri grazie, per esempio, alle loro produzioni. La sfida è contrastare lo spopolamento delle zone interne e possiamo farlo con la rivitalizzazione e la valorizzazione dei piccoli Comuni.”
Col passato si costruisce il futuro. L’auspicio, ha concluso Argiolas, è che, nell’arco di qualche anno, i borghi sardi certificati siano molti di più di quelli attuali: “Speriamo che una futura assemblea nazionale possa tenersi ancora in Sardegna e che, oltre ad Atzara, Bosa, Carloforte, Castelsardo e Posada, altri piccoli centri abbiamo concluso il percorso di selezione. Come detto più volte nel corso di questa assemblea, il passato è fondamentale per costruire il futuro e noi in Sardegna possiamo costruire un futuro diverso e sostenibile proprio dalla nostra storia e dalla nostra originalità.”
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