giovedì 29 settembre 2011

Class-action per la tutela dei diritti collettivi contro Abbanoa.

<<Per norma di legge e per sentenze passate in giudicato, è acclarato che il corrispettivo per la fornitura di acqua potabile è ridotto al 50% quando l'acqua è dichiarata non potabile (come da decenni capita a noi maddalenini): addirittura, se l'acqua non è adatta al consumo umano il corrispettivo non è nemmeno dovuto (Art. 1460B C.C.).>>Inizia in questo modo  il documento dato alla stampa da parte  , per adesso di  dieci persone , che  si  sono costituite per formare una associazione di cittadini per valutare l'avvio di una class-action   che  tutela i diritti collettivi nei  confronti  di Abbanoa : Come  si sa si era aperto un contenzioso tra alcune centinaia di cittadini e il comune che pretendeva il pagamento del 100%. L'avvocato Kersevan, che patrocinava i cittadini, aveva proposto al sindaco una transazione amichevole al 50%: il sindaco si era riservato di dare una risposta, ma in assenza di questa vennero avviate le procedure legali. Finora 247 cause sono state favorevoli ai ricorrenti (delle quali 240 sono già passate in giudicato per decorrenza dei termini), e 30 cause similari devono essere discusse a breve. Il giudice ha anche riconosciuto un risarcimento per compensare l'acquisto di bottiglie d'acqua, sulla base di una stima forfettaria. Ogni causa mediamente costerà al comune circa 1.800 Euro (800 al ricorrente e il resto per spese di giudizio), con un esborso prevedibile di circa 290.000 Euro: <<non è facile - prosegue la nota -comprendere il motivo per il quale il comune non ha accettato la transazione e non abbia poi presentato ricorso contro la sentenza, di fatto accettando oneri più gravosi della transazione. >>Per affrontare il problema in maniera equa per tutti i cittadini, si è costituito un comitato promotore per portare avanti le rivendicazioni collettive: oggi un cittadino può presentare ricorso per un pagamento equo relativamente agli ultimi lO anni, e per farlo deve promuovere un'azione legale. È quindi evidente che associandosi i cittadini possono ottenere una maggior forza e
possone diminuire i costi dell' azione legale: in caso di adesioni numerose si potrà anche valutare l'avvio di una class-action, procedura che tutela i diritti collettivi. >>Chi vuole aderire può chiamare e/o inviare SMS al 339-8907138, e riceverà poi in assemblea pubblica le modalità operative e la proposta legale del ricorso, alla quale, se vorrà, potrà aderire.
Nessuno ha mai spiegato perché l'acqua non è potabile: <<in Sardegna - riprende la nota -esistono 376 comuni ma non 376 depuratori, eppure l'acqua è potabile. Ma noi siamo un' isola: come Carloforte, che non ha depuratore ma ha l'acqua potabile (perché non copiare?). L'acqua arriva alla Maddalena da due condotte, una da Cannigione­Caprera e l'altra da Palau-S. Stefano, e nei Comuni di origine delle condotte l'acqua è potabile: gli farà male attraversare il mare? Il problema è grave, perché se vogliamo un turismo di classe dovremmo fornire almeno un acqua normale, per non mettere in difficoltà gli alberghi e i servizi di ristorazione e alimentari correlati, che dovrebbero attrezzarsi in proprio aumentando i loro costi di installazione e di gestione (si potrebbe chiedere all'avvocato se è possibile chiederne il rimborso). >>PEONE

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