“Lo stato di degrado della Piazza del Carmine ha ormai raggiunto livelli intollerabili e indegni di una delle principali piazze storiche dell’identità cagliaritana” – lo sostiene il parlamentare e consigliere comunale dei Riformatori Pierpaolo Vargiu che, insieme ai col,leghi Giorgio Angius e Alessio Mereu, ha rivolto un’interrogazione urgente al Sindaco Zedda.
“Non è possibile –sottolinea Vargiu- che la piazza accolga prostitute, piccola delinquenza, teppaglia e sfaccendati locali ed extracomunitari, respingendo i residenti, le famiglie, gli anziani, i bambini che sono sempre stati l’anima stessa di una delle piazze più amate e frequentate dai cagliaritani!
Per restituire la piazza alla città –conclude Vargiu- non può essere sufficiente un pur utile pattugliamento estemporaneo della Polizia! Piazza del Carmine deve riempirsi di tavolini di bar e di attività di ristorazione, deve essere presidiata giorno e notte dalle associazioni volontarie da convenzionare con il Comune, deve essere dotata di servizi igienici accessibili al pubblico, deve riaprire il Centro delle Poste di Via Malta, deve diventare sede permanente del mercatino della domenica che oggi incredibilmente vive a domeniche alternate, impedendo qualsiasi “caratterizzazione di brand”, della piazza!”
I sottoscritti consiglieri comunali Pierpaolo Vargiu, Giorgio Angius, Alessio Mereu,
considerato che
La Piazza del Carmine, nel quartiere di Stampace, rappresenta uno dei siti identitari maggiormente caro ai cagliaritani, sia per l’importanza storica dei luoghi, che per gli edifici che gli fanno da corona;
tale Piazza è infatti uno dei principali “punti di incontro” della città in espansione verso il mare, prospiciente il convento dei Carmelitani, luogo di culto centrale nel vissuto cittadino, che gli dedicò la statua della Madonna del Carmine, posizionata nel 1882 al centro della Piazza, ad opera dello scultore Luigi Guglielmi;
la Piazza è anche il punto di partenza del sogno del “fronte del mare”, ventilato per la prima volta dall’avvocato Francesco Todde Deplano, che dedicò la sua attività di assessore e di imprenditore all’edificazione della palazzata del versante meridionale e morì nel 1895 proprio nel crollo del proprio palazzo in costruzione;
la piazza è circondata da edifici di grande pregio architettonico, espressione della borghesia mercantile di inizio secolo, da palazzo Faggioli, a palazzo Chapelle a palazzo Aurbacher, a palazzo Boscaro, che ospitò la residenza cagliaritana del famoso architetto Libera.
sulla piazza si affacciava il Teatro Carboni, sfortunato esempio del fervore imprenditoriale e culturale cagliaritano della fine dell’ottocento;
la piazza ospita ancora importanti edifici dell’immaginario collettivo della comunità cagliaritana, dalla Scuola Elementare Sebastiano Satta, al Palazzo del Governo, ora sede del Tribunale Amministrativo Regionale, al Palazzo delle Poste Centrali;
dalla Piazza, prende origine il Viale Trieste che, dopo poche decine di metri, introduce alla Chiesa del Carmine, parrocchiale del quartiere, con l’annesso oratorio;
la vicinanza della Piazza alla stazione ferroviaria e a quella del trasporto gommato, nonché la sua contiguità con le principali attività commerciali della città, le ha conferito un ruolo centrale anche nelle attività di aggregazione e di ricostruzione del secondo dopoguerra, quando la piazza diventò il terminal delle auto pubbliche e private che reggevano il collegamento tra la città e il resto dell’Isola;
la piazza è stata sino a poco tempo fa brulicante di piccole attività commerciali e di servizi, con spazi riservati all’ambulantato e attività di aggregazione correlata anche alla presenza della Scuola Elementare;
attualmente, nonostante i lavori di restyling urbanistico e dell’arredo, la piazza del Carmine si presenta in uno stato di sconfortante degrado, spesso in mano ai perdigiorno locali ed immigrati, ai teppisti, alle attività di prostituzione e di delinquenza comune;
la cattiva frequentazione della piazza innesca ulteriori circoli viziosi, creando complessive situazioni di insicurezza che allontanano le famiglie e qualsiasi, normale attività di socializzazione e di relazione;
la vicinanza di centri di accoglienza per immigranti contribuisce a renderla punto di ritrovo di un’umanità senza inserimento di contesto, di fatto rendendo più difficile la contemporanea presenza della popolazione residente;
l’atteggiamento decontestualizzato e irrispettoso della cosa pubblica di una parte non irrilevante degli immigrati che gravitano sulla piazza contribuisce a peggiorarne il decoro e la pulizia, rendendola oggettivamente meno gradevole agli occhi dei potenziali frequentatori cagliaritani;
la decisione delle Poste di chiudere il centro di Consegna della posta Raccomandata inesitata di via Malta –oltre che creare i noti disagi ai cagliaritani costretti a recarsi per il ritiro nella lontanissima e scollegata via Simeto - ha contribuito ad allargare ulteriormente i confini della “zona franca” della piazza, con una enclave abbandonata, contigua al Palazzo postale, protetta da mura e recinzione in metallo, che viene di fatto utilizzata come una latrina a cielo aperto;
i bar e le attività di ristorazione che insistono ai lati della piazza non paiono autorizzati a posizionare presenze mobili a fini commerciali e di servizio nel contesto della piazza stessa;
il mercatino domenicale del piccolo antiquariato, che in tempi recenti aveva contribuito notevolmente a qualificare la piazza, attribuendole uno specifico “brand”, viene ora ospitato soltanto a domeniche alterne, impedendo dunque la “caratterizzazione” della piazza, a cui viene sottratta ogni possibile peculiarità;
il frequente, prolungato stazionamento in loco di una pattuglia di forze dell’ordine, senz’altro apprezzabile perchè tende a scoraggiare gli episodi di delinquenza e di sangue di cui è stata purtroppo anche di recente teatro la piazza, contribuisce però a dare al sito una complessiva immagine di “terra di far west”, che certo non aiuta la piacevole frequentazione dei luoghi da parte delle famiglie, dei bambini, dei tanti anziani che abitano nel quartiere;
interroga il Sindaco e gli assessori competenti per sapere:
1) Se non ritengano opportuno consentire e incentivare la concessione del suolo pubblico ai caffè e ristoranti che gravitano sulla piazza e volessero dotarla di servizi di accoglienza a valenza commerciale;
2) Se non ritengano opportuno dotare la piazza di servizi e toilette pubblici che possano consentire valide alternative ai bisogni fisiologici umani rispetto ai muri ridossati e ai portoni dei palazzi;
3) Se non ritengano opportuno avviare un confronto con le Poste Italiane finalizzato alla riapertura al pubblico del Centro Raccomandate di Via Malta e –comunque- alla messa in sicurezza degli spazi prospicienti tale struttura, attualmente invasi dalla maleducazione, dalle deiezioni umane e dalla sporcizia;
4) Se non ritengano opportuno affidare la gestione domenicale della Piazza IN VIA ESCLUSIVA alla principale associazione dei collezionisti e dei piccoli commercianti che –da sempre- gestisce il mercatino della città, consentendo la specializzazione e la caratterizzazione della funzione stessa della Piazza;
5) Se non ritengano opportuno attivare una convenzione con una delle associazioni di presidio e vigilanza disarmata che operano in città (tipo Guardian Angels) , in modo da avere una presenza attiva costante che svolga azione di dissuasione ai comportamenti illegittimi e di prevaricazione e agli atti di maleducazione, che rischiano di rendere invivibile la piazza per i cagliaritani.