Il leggendario cuoco e pizzaiolo del Pomodoro e del Romazzino è scomparso lo scorso mese di marzo. Aveva 82 anni.
La Costa Smeralda piange una delle sue colonne. É morto il mese scorso, all’età di 82 anni, Alfonso Iantosca, storico cuoco e pizzaiolo del Romazzino e del Pomodoro. Fofò, come in Costa Smeralda lo chiamavano tutti, era arrivato a Porto Cervo nel ’63, agli albori di quella che negli anni successivi diventerà una delle località turistiche più famose al mondo. Negli anni d’oro della Costa Smeralda, Fofò era diventato il pizzaiolo preferito del principe Karim Aga Khan, la fama delle sue pizze arrivò a precederlo conquistando i palati di sovrani, industriali, attori e sportivi di tutto il mondo. I sovrani di Giordania, dopo essere rimasti folgorati dalla pizza di Alfonso Iantosca, avevano fatto recapitare una lettera col timbro reale nella quale chiedevano al pizzaiolo i segreti della sua mitica ricetta. Anche il re Gustavo di Svezia impazziva per le sue focacce al rosmarino. Monica Vitti andava matta per la pizza ai capperi e Ugo Tognazzi per le triglie al sugo. Ma il nome di Iantosca cominciò da subito a circolare tra le ville dei vip e i clienti degli alberghi di Porto Cervo: lo volevano tutti. Restano nella memoria le sue grigliate a Mortorio, con un barbecue improvvisato sulla spiaggia che richiamava personaggi famosi e gente comune.
Innamorato della Costa. Alfonso Iantosca era originario di Avellino e all’inizio degli anni Sessanta faceva parte dell’Arma dei Carabinieri. Mandato in Sardegna, scelse di rimanervi, ma in altre vesti: venne assunto dall’Aga Khan e iniziò a sfornare pizze per i palati più esigenti del mondo. Una scelta di vita davvero sorprendente, ma molto azzeccata: <Ha amato la Sardegna e la Costa Smeralda per tutta la vita – racconta sua figlia, Claudia Iantosca – al punto che sua madre, in quegli anni, si impegnò per far emigrare negli Usa sia lui che i suoi due fratelli, miei zii. Mia nonna riuscì nell’intento, ma solo in parte: i miei due zii partirono e si stabilirono in America e vivono tuttora lì. Mio padre invece rimase in Sardegna. Si rifiutò di partire, e non sbagliò la scelta: ha vissuto una vita piena, entusiasmante, soddisfacente, e soprattutto è diventato un punto di riferimento per la cucina in Costa Smeralda>. Infatti le sue pizze hanno contribuito a creare una istituzione come il Pomodoro di Porto Cervo, tuttora avvolto da un’aura leggendaria.
Dopo una lunga e impegnativa carriera (arrivava a cucinare anche 400 pizze al giorno, una sorta di macchina), Iantosca si è ritirato nel 1995, dopo oltre trent’anni passati tra i tavoli del Romazzino e del Pomodoro. Lo scorso mese di marzo, è scomparso. Un altro dei protagonisti dell’epopea della Costa Smeralda se ne è andato dopo aver contribuito, con il suo lavoro, a costruire parte del Mito.