Don Antonello, prete moderno
Prete della strada, lo ha definito Mons. Sanguinetti,
durante la Messa dei funerali, in senso positivo, perché proiettato ad
avvicinare quanti non frequentano il tempio, avvicinare “le periferie”, come
dice papa Francesco. Aveva le qualità per farlo. Diventato prete quasi a
sessanta anni, prima aveva fatto esperienze in tanti settori: nel turismo, con
la realizzazione di un villaggio turistico nel Cagliaritano,
nell’amministrazione come direttore di auto-grill nell’Italia meridionale,
nell’Enel in Sardegna, come sindacalista CISL, come direttore di una società
che provvedeva alle mense scolastiche nel Nord Sardegna. Tutte queste
esperienze, non comuni in un prete, lo facevano più vicino alla gente. Aveva
inoltre molti interessi: lo studio e la lettura (aggiornato sulle ultime
pubblicazioni), internet, arte, musica, cucina, mare (aveva la patente
nautica). Era molto contento di insegnare all’Istituto Nautico ed aveva
instaurato un bel rapporto con gli studenti. Era orgoglioso di essere stato
nominato cappellano della Marina e svolgeva questo compito nella Scuola
Sottufficiali, nella parrocchia militare e nelle celebrazioni della Marina nel
Nord Sardegna. Tutto questo spiega la grande partecipazione della gente ai suoi
funerali, come anche alle due veglie di preghiera. Ha presieduto la
celebrazione il vescovo Mons. Sanguinetti con una quarantina di preti della
diocesi. Era presente il sindaco Luca Montella con la fascia tricolore.
L’Ordinario Militare Mons. Santo Marcianò ha mandato come suo rappresentante il
cappellano padre Mariano. Anche Mons. Atzei, Mons. Meloni e Mons. Negri hanno
inviato un messaggio di partecipazione. Hanno partecipato in massa gli studenti
del Nautico con il loro Dirigente scolastico Bianca Maria Morgi, i crocieristi
indossavano le tute che avevano in navigazione. Ha partecipato in modo
ufficiale la Marina con la presenza del Comandante delle Scuole Roberto Fazio e
della Capitaneria Leonardo Deri, amici personali di don Tumminello. I marinai
hanno reso onore al loro “cappellano” col picchetto. Ha animato i canti il coro
S. Cecilia, il coro della Madonna della Medaglia Miracolosa, e alla fine anche
la banda Giuseppe Garibaldi. Tutto questo dice la stima di molti, anche dei
commercianti, nei confronti di don Antonello. I suoi familiari, quattro sorelle
con le famiglie, hanno apprezzato molto la manifestazione di affetto e di stima
nei confronti di don Antonello da parte della Comunità maddalenina. Ha toccato
i sentimenti di tutti la sua partecipazione alla crociera di istruzione con gli
studenti del Nautico. Sebbene negli ultimi giorni si sentisse male, non voleva
deludere “i suoi ragazzi”, ha resistito, ma quando si è ricorsi alle cure
mediche e lo si è trasportato in elicottero da Bonifacio ad Ajaccio, non c’è
stato nulla da fare per rimediare l’infarto intestinale che lo aveva colpito.
Nessuno immaginava che quel viaggio fosse per lui anche il viaggio per la vita
eterna. Era preparato. Il cappellano dell’ospedale di Ajaccio, che gli ha
amministrato il sacramento dell’Unzione, ha detto che don Antonello, durante il
rito si sforzava di ripetere le parole del Padre nostro. Sebbene fosse prete
solo da quasi tre anni, da molti anni si era donato totalmente al Signore con i
voti di povertà, castità e obbedienza nella fraternità Memores Domini fondata
da don Giussani e legata al movimento Comunione e Liberazione. Anche la
decisione della sepoltura a La Maddalena, condivisa dai familiari, dice
l’attaccamento di don Antonello alla comunità maddalenina che considerava la
sua “casa”, la sua famiglia.
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TESTIMONIANZE SU DON ANTONELLO
● La famiglia di Antonello, pur nella tristezza e nel dolore
di questo momento, ci tiene a ringraziare la Comunità di La Maddalena, così
come quella di Olbia, in tutte le loro accezioni, per la semplicità, l’affetto,
l’amore e l’entusiasmo con cui lo hanno accettato fin dal suo arrivo, facendolo
sentire da subito a casa sua in quello che, parlando con noi, definiva: “il mio
paradiso terrestre”. Abbiamo capito solo in occasione della cerimonia per la
sua investitura sacerdotale, cosa intendesse lui per “casa mia” e “mio paradiso
terrestre”, vedendo la partecipazione alla cerimonia, l’entusiasmo dei
presenti, il prodigarsi disinteressato di tutti e, per quelli di noi che per la
prima volta prendevano quel traghetto, il bello che circondava il vostro mondo
rendendolo unico. Riteniamo che lui si sia sentito in dovere di ricambiare
tanto affetto con quello che sapeva fare meglio, profondere quelle energie che
voi meritate, non solo nell’espletamento dei suoi doveri di padre spirituale,
ma anche nell’organizzazione di iniziative ed attività collaterali, come quella
di aggregare i giovani, l’insegnamento e l’incarico di Cappellano della Marina
Militare, che è anch’essa parte integrante e fondamentale della vostra
Comunità. Il saperlo, se pur lontano, a “casa sua” alleviava il nostro
rammarico per non averlo più vicino, non poterlo vedere più spesso, soprattutto
nelle feste comandate che, per tradizione familiare abbiamo sempre vissuto
insieme, in famiglia; ma in effetti lui tra voi era “in famiglia”. Lui rimarrà
qui come sicuramente desiderava abbracciato ed ancora “coccolato” da voi,
facendo sentire noi un poco più vicini al vostro e suo “Paradiso Terrestre” ora
che lui, pensiamo senza voler essere presuntuosi, sta cominciando a conoscere
un altro Paradiso, ben più importante dal quale continuerà a proteggere le sue
due famiglie, la vostra e la nostra. Grazie ancora a tutti voi, sia di Olbia
che di La Maddalena per quello che avete fatto per il nostro, ma anche vostro,
Antonello in questi anni.
I
familiari
● Don, sei sempre stato tra di noi e fino all’ultimo sei
voluto restare con noi, e noi sino all’ultimo siamo rimasti con te. In questo
momento preferiremmo essere in barca con te ad ascoltarti mentre suonavi la tua
chitarra e ci accompagnavi con il tuo meraviglioso tono di voce, quando noi
cantavamo stonando da non poterci ascoltare, invece ci troviamo qui a
salutarci. È difficile esprimere a parole ciò che stiamo provando in questo
momento, tu non eri un semplice don, non eri un semplice professore, tu eri
molto di più… eri un maestro di vita…. Le tue lezioni non erano solo di
religione, ma a noi giungevano come lezioni di vita, sentiremo la tua mancanza.
Le tue ultime parole sono state “non voglio abbandonare i miei ragazzi” e noi
ora ti diciamo che non ti abbandoniamo. Resterai per sempre vivo nei nostri
cuori. Grazie Don, grazie Prof, grazie Amico.
I ragazzi dell’Istituto Nautico