Dunque
la visita dell’Assessore Regionale Deiana nel nostro Arcipelago, da occasione
storica per discutere finalmente del problema trasporti con chi ha poi la
capacità di decidere in merito, si è trasformata in mero adempimento
burocratico dal sapore tragico. La similitudine è forte, ma ha solo compilato
il certificato di morte di questa comunità, e la data del decesso è già
scritta, tra 12 anni, quando verrà a mancare il finanziamento pubblico previsto
nei piani di privatizzazione legati alla dismissione di Tirrenia e di
conseguenza delle sue società regionali di circa € 13.800.00,00 annuali.
Sfatiamo subito un mito non esiste nessun obbligo giuridico alla privatizzazione.
Sussiste sempre che si voglia definire obbligo, una esigenza contabile che
condiziona la politica e la fa agire
in modo pilatesco lavandosi la coscienza con la solita retorica “ E’
l’Europa che ce lo chiede ”,
decretando la morte economica e la forzata solitudine delle comunità
isolane . Tralascio volutamente di segnalare in dettaglio quanto previsto dalla
Costituzione Italiana agli art 3 e 16 in tema di uguaglianza e libera
circolazione. Concetti peraltro ripresi e rafforzati dai trattati europei posti
alla base della stessa nascita della, prima Comunità, oggi Unione Europea. Oggi
la questione è semplice e drammatica allo stesso tempo. Ci si sta costringendo
ad operare una valutazione , se vogliamo imposta egoisticamente da altri
livelli di governo della cosa pubblica,
se vale più la persona o il profitto d’impresa. Vengo da una formazione
culturale politica che crede nel mercato come calmieratore e regolatore di beni
e servizi, e questo è senz’altro valido in taluni settori, ne ha portato innegabili
benfici , ma è impensabile che servizi essenziali quali appunto il diritto alla
mobilità non vengano equiparati ai servizi essenziali minimi garantiti dalla
fiscalità generale. Come scuola e sanità ad esempio . Ci sono attività che sono
la base stessa del rapporto di coesione sociale che mantiene insieme una
collettività. Se miniamo questi fondamentali punti vuol dire che tendiamo a
volere una società sempre più diseguale, e questo non possiamo permettere che
accada altrimenti stiamo passivamente accettando un imbarbarimento delle
relazioni sociali, che porteranno inevitabilmente ad un apartheid di fatto. Non
sono diventato comunista. Sono sempre un
Liberale, se questo può aiutare ad evitare speculazioni politiche, che
peraltro non contrastano con quanto sopra affermato. In sostanza mi sarei
aspettato Un Sindaco che combattesse come un Leone per la sua comunità, spiace
aver visto un gattino stanco e svogliato che ha immediatamente deposto le armi
con un atteggiamento di totale remissione, dando il via a quel processo di
certificazione di morte che Deiana si è apprestato a compilare. Le richieste
erano chiare Saremar deve restare compagnia pubblica al 100 %, i livelli
occupazionali vanno incrementati in concomitanza con la frequenza delle corse.
Le corse residuali vanno assegnate per tutto l’anno non solo nel periodo
estivo. Le tariffe residenti vanno mantenute ed estese all’utenza sarda in
generale, ovviando alle censure dell’unione europea in tema di aiuti di stato,
avviando una razionalizzazione dei costi generali saremar, a vantaggio dello
sviluppo economico delle collettività isolane . Và predisposto un programma di
ammodernamento del naviglio che consenta con il risparmio ipotizzabile sul
carburante di raggiungere risultati eccellenti in tema di contenimento dei
costi. In sostanza bisogna occuparsi di questo tema quando si ha responsabilità
di governo con ferma determinazione fino a quando non si raggiunga l’obiettivo
delle continuità del servizio a costi calmierati. Ci sono battaglie che forse non si vinceranno
mai, ma non provare a combatterle è molto peggio che perderle.
Oggi
non è importante andare a sinistra o a destra, oggi è importante andare avanti.
Questo negli ultimi 10 anni di amministrazione locale non è avvenuto, e questo
è un fatto non una mia opinione.
Il Capo
Gruppo Consiliare
Claudio TOLLIS