ù
“Dopo decenni di politiche di espansione e urbanizzazione anonima, anche nei centri storici, è arrivato il momento di puntare sulla rigenerazione urbana, la sostenibilità ecologica ed energetica degli edifici, la tutela degli edifici di interesse storico soprattutto nei centri storici della Sardegna. C'è bisogno di un nuovo impianto normativo, di politiche dedicate, di risorse economiche. E il problema va gestito con urgenza e determinazione. Altrimenti si persevera nel grande paradosso che caratterizza molti Comuni sardi: interi centri storici, alcuni dei quali molto belli, che sono spopolati”. Ha esordito così l’assessore degli Enti locali, Finanze e Urbanistica, Cristiano Erriu, nel suo intervento alla conferenza sulla ‘Rigenerazione urbana e rurale delle Città della Terra cruda’, in corso di svolgimento all’auditorium Santa Barbara di Villacidro.
“Occorre un ripensamento complessivo della strategia urbanistica – ha aggiunto l’assessore Erriu –. Questa politica di riqualificazione noi vogliamo incentrarla sulla partecipazione, l’integrazione e la sostenibilità. L’idea è quella di invertire i processi di degrado e abbandono, riqualificare e drenare l’espansione e rivitalizzare i quartieri emarginati. In Sardegna abbiamo alcuni strumenti legislativi che consentono di attivare progetti di riqualificazione urbana e dei centri storici. Tuttavia, sono ancora pochissimi i Puc approvati nell’Isola, e per questo il nostro Assessorato sta facendo di tutto per affiancare i Comuni nel percorso di approvazione”.
Erriu ha poi ricordato che “la Giunta Pigliaru, con la legge 8, ha affrontato il tema della demolizione e ricostruzione degli edifici anche nei centri storici, dove sono presenti vincoli e limiti stringenti. I costi per ristrutturare e mettere a norma gli edifici sono elevati, ma non tutti hanno valenza storica: ecco perché bisogna poter fare un distinguo tra i singoli interventi, persino all’interno di un centro matrice. In Italia ci sono 30 milioni di edifici considerati storici e 90 milioni di edifici che non hanno tali caratteristiche, e in Sardegna la proporzione è più o meno la stessa. Credo che, nel secondo caso, si debba pensare di rendere possibile la trasformazione di isolati e quartieri tenendo presente, però, che le risorse pubbliche non sono sufficienti; e occorre pensare a politiche che coinvolgano i privati. Bisogna superare le logiche del passato che spesso conducono all’immobilismo e verso situazioni di immobilismo amministrativo e imprenditoriale. I vuoti urbanistici restano, i ruderi rimangono tali per decenni. Molte risposte si potranno trovare nella nuova legge urbanistica che verrà presentata a breve e che verrà sottoposta a dibattito pubblico”.
Riqualificazione dei centri abitati e del territorio, ma anche riqualificazione energetica e riduzione drastica del consumo del suolo. “Sono tutti argomenti a cui prestiamo grande attenzione – ha precisato l’esponente della Giunta Pigliaru –. Abbiamo grandissimi margini di miglioramento, anche se nei centri storici esistono forti limitazioni nell’utilizzo di materiali e tecnologie che consentono un efficientamento energetico. Verso questa direzione dovranno puntare gli incentivi messi a disposizione dalla Regione. L’importante è che i centri storici non si trasformino in musei disabitati: devono essere vissuti e abitati tutto l’anno”.
Erriu ha poi ricordato che “la Giunta Pigliaru, con la legge 8, ha affrontato il tema della demolizione e ricostruzione degli edifici anche nei centri storici, dove sono presenti vincoli e limiti stringenti. I costi per ristrutturare e mettere a norma gli edifici sono elevati, ma non tutti hanno valenza storica: ecco perché bisogna poter fare un distinguo tra i singoli interventi, persino all’interno di un centro matrice. In Italia ci sono 30 milioni di edifici considerati storici e 90 milioni di edifici che non hanno tali caratteristiche, e in Sardegna la proporzione è più o meno la stessa. Credo che, nel secondo caso, si debba pensare di rendere possibile la trasformazione di isolati e quartieri tenendo presente, però, che le risorse pubbliche non sono sufficienti; e occorre pensare a politiche che coinvolgano i privati. Bisogna superare le logiche del passato che spesso conducono all’immobilismo e verso situazioni di immobilismo amministrativo e imprenditoriale. I vuoti urbanistici restano, i ruderi rimangono tali per decenni. Molte risposte si potranno trovare nella nuova legge urbanistica che verrà presentata a breve e che verrà sottoposta a dibattito pubblico”.
Riqualificazione dei centri abitati e del territorio, ma anche riqualificazione energetica e riduzione drastica del consumo del suolo. “Sono tutti argomenti a cui prestiamo grande attenzione – ha precisato l’esponente della Giunta Pigliaru –. Abbiamo grandissimi margini di miglioramento, anche se nei centri storici esistono forti limitazioni nell’utilizzo di materiali e tecnologie che consentono un efficientamento energetico. Verso questa direzione dovranno puntare gli incentivi messi a disposizione dalla Regione. L’importante è che i centri storici non si trasformino in musei disabitati: devono essere vissuti e abitati tutto l’anno”.