Pubblico delle grandi occasioni nella Biblioteca comunale di Sassari per il libro di
Muglia e Taras che racconta un viaggio in Sudamerica alla scoperta di emigrati
sardi. Venuto apposta dal Brasile, il decano dei migranti sassaresi è stato
accolto con affetto e simpatia.
. Lacrime di nostalgia,
singhiozzi, tanta voglia di raccontare i propri sentimenti per la sua Sassari
lontana e infine, sorrisi e ilarità, sentimenti contrastanti che meglio non
avrebbero potuto rappresentare un emigrato di lungo corso. È stato Natalino
Demontis, 88 anni, la superstar della presentazione di “Verso Sud – Storie di
Sardegna in America Latina”, il libro di Antonio Muglia e Salvatore Taras che descrive
le esperienze dei nuovi emigrati sardi, raccolte dai due reporter nel loro lungo
viaggio a sud dell’equatore.
All’interno del volume, una special story per
rappresentare la vecchia generazione di migranti: quella di Natalino, tradotta
anche in sassarese dal docente e poeta vernacolare Mario Lucio Marras. La notizia
della presentazione è stata un invito irresistibile per Natalino che, dalla sua
residenza di Cabo Frio, in Brasile, ha fatto i biglietti ed è partito per la
sua città natale portando con sé la moglie Ginetta e la nipote Amanda.
Alla presentazione, moderata con piglio e simpatia
dalla giornalista Antonella Brianda, sono intervenuti l’editore Edes Alberto
Pinna, la docente ed esperta di migrazione Bianca Biagi, i due autori Muglia e
Taras, Mario Lucio Marras e infine Natalino, che ha raccontato la sua storia
singolare nella Biblioteca comunale di Sassari, di fronte a un pubblico delle
grandi occasioni nonostante il cattivo tempo. Tanta curiosità negli sguardi dei
presenti.
Natalino aveva lasciato Sassari nel 1955 a causa
di una pesante sanzione dell’Agenzia delle entrate, che lo aveva spinto a
chiudere la sua attività di carrozziere in via Sorso. Partito per il Brasile, si
era fatto apprezzare ovunque per le sue capacità professionali e umane, tanto
che è riuscito a far dedicare una via alla città di Sassari, una via a
Cagliari, una al Gremio dei viandanti e un’altra ancora alla Corale Luigi
Canepa. Qualche anno fa aveva costruito con le sue mani un candeliere per gli
emigrati, poi spedito a Palazzo Ducale dov’è tuttora conservato. «In un paese di ciechi, chi ha un occhio solo
è re», ha detto con un sorriso, in un sassarese schietto che in pochi conoscono
ancora in modo così genuino.
Ma nell’incontro si è discusso soprattutto di
nuova emigrazione, di storie contenute nel volume come quella di Silvio Podda,
geometra di Ballao ora chef a Rio de Janèiro; di Luca Lupino, algherese ora
manager della Adidas per la squadra di calcio del Flamengo; o di Daniele Pinna,
chef di Guardia Grande che ora è una star televisiva a Buenos Aires; e ancora
della cagliaritana Elisabetta Mannai, che svolge attività di coaching a Lima. A
fare da cornice alle loro storie, scritte in italiano e proposte anche in sardo
grazie alle traduzioni di Salvatore Taras, sono le splendide foto dei loro
sguardi realizzate da Antonio Muglia.
«Sono storie di persone comuni riuscite in qualche
modo a essere speciali – hanno affermato gli autori –. Forse perché i sardi
riescono a dare il meglio di sé quando stanno lontani dalla loro terra. Con
“Verso Sud” – hanno rimarcato i giornalisti – vorremmo porre l’accento sul
fatto che l’emigrazione sarda in Sudamerica non è solo un fenomeno del passato.
Oltreoceano c’è un’altra Sardegna tutta da scoprire e soprattutto, da non
dimenticare».
Il progetto ha goduto del finanziamento della
Fondazione Banco di Sardegna e del Circolo sportivo italiano di Lima, nonché
del patrocino dei circoli dei sardi in Brasile, Argentina e Perù e del Comune
di Sassari.