sabato 2 luglio 2016

LEGIONE CARABINIERI SARDEGNA Comando Provinciale di Sassari




  
SMANTELLATO DAI CARABINIERI TRAFFICO DI DOCUMENTI FALSI A SASSARI 


Era stata la segnalazione effettuata da un direttore di banca, insospettito dalla documentazione presentata da alcuni individui per ottenere un prestito, a portare i Carabinieri della Compagnia di Sassari ad avviare un’indagine sulla produzione e l’utilizzo di documenti falsi in città.
I primi accertamenti effettuati dai militari avevano, infatti, permesso di stabilire che alcune carte d’identità presentate presso una filiale della Banca Intesa San Paolo erano contraffatte ovvero riportavano dati anagrafici totalmente inesistenti e il documento stesso era interamente falso in quanto frutto di una stampa in grado  di riprodurre fedelmente l’originale.
Quando ieri (venerdì) le persone sospettate si sono presentate per l’ennesima volta in banca, allo scopo di aprire un conto e chiedere un prestito, è scattato il blitz. I  militari dell’Arma hanno così sorpreso tre persone, Marcello Poddighe 51enne di Sassari, Mirko Ventriglia 39enne di Sorso e Nicola Mannu 36enne di Mores che, in possesso di alcune carte d’identità, buste paga e certificazioni CUD, tutte contraffatte, stavano per procedere ad un’operazione presso lo sportello della filiale della Banca Intesa San Paolo di via Carlo Felice.
Una volta fermati, dopo che alcuni, accampando le scuse più varie, avevano tentato anche di sottrarsi al controllo da parte dei Carabinieri, sono state effettuate mirate perquisizioni locali, nel corso delle quali i militari della Compagnia di Sassari si sono trovati di fronte ad uno scenario inaspettato.
Effettuando una perquisizione presso i locali della società Poligrafix, nella zona industriale di Predda Niedda, il cui referente è risultato essere Marcello Poddighe, è emerso che l’attività non era certo occasionale ma, al contrario, frutto di un meticoloso e reiterato piano per rimediare denaro per sé stessi e per terzi. Negli uffici della società, sono state infatti rinvenute vere e proprie postazioni di lavoro per la produzione e stampa di carte d’identità, buste paga e certificazioni CUD false che gli interessati utilizzavano non solo per scopi personali ma anche per agevolare “clienti” in cerca di avere prestiti facili senza correre il rischio di vedersi bocciare la pratica di finanziamento dagli istituti di credito. 
Numeroso è stato il materiale sequestrato, tra cui apparecchiature informatiche, una decina di carte d’identità contraffatte e varia documentazione, tuttora al vaglio degli inquirenti al fine di ricostruire con precisione il ruolo delle diverse persone coinvolte nella vicenda e anche tutti i casi con operazioni già concluse.
È risultato, infatti, che i soggetti coinvolti non fossero alle prime armi e alcuni di loro avessero già beneficiato o comunque consentito a terzi di usufruire del sistema per ottenere soldi facili, tra cui, ad esempio, l’elargizione di un prestito per 25.000 euro.
In attesa degli ulteriori approfondimenti investigativi, i tre dovranno intanto comunque rispondere di truffa, sostituzione di persona, falso e possesso di documenti di identificazione falsi. E proprio con riferimento a quest’ultimo reato, per i tre sono anche scattate le manette che li hanno portati ad essere reclusi nel carcere di Bancali. Il possesso di documenti di identificazione falsi è infatti un reato punito dall’art. 497 bis del codice penale, introdotto nel 2005 dal Decreto Pisanu e oggetto di un’ulteriore modifica nel 2015 che ne ha inasprito le pene, prevedendo l’arresto obbligatorio in flagranza e la reclusione da 2 a 5 anni.
     


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