Angela Antona
l'archeologa della soprintendenza, direttrice degli scavi,di La Prisgjona,
in località Capichera di Arzachena, un
importante nuraghe che domina uno dei più grandi e più complessi villaggi
nuragici dell'intera Sardegna, ha presentato il suo libro nella sala consiliare
di La Maddalena . Era presente anche il
noto fotografo subacqueo e ricercatore a sua volta, Egidio Trasinito che ha
curato le splendide foto del libro. Le relazioni di presentazione sonop state
tenute da Gian Carlo Tusceri, che tra le altre cose è un appassionato studioso
e ricercatore di evidenze archeologiche locali e Alessandro Porqueddu, allievo
del prof. Raimondo Zucca, che è impegnato al momento in territorio di Cabras
per il recupero di un altro gigante di Monte Prama e di altro ancora.Peone
Il nuraghe la Prisgjona è un nuraghe inserito in un
Parco Archeologico che ha potuto contare già lo scarso anno oltre 160.000
visiatori, mentre sono in corso gli scavi. In questo modo gli ospiti possono
seguire, durante la visita guidata anche le tecniche di scavo e recupero dei
reperti.
Una previsione di massima lascia intuire che le
capanne asservite al nuraghe, nella vallata di Capichera possano essere molto
più numerose del centinaio inizialmente previste.
Il libro di Antona porta il lettore ad immergersi in
questo ambiente straordinario e a comprenderne l'organizzazione e sociale e
la sua straordinaria funzione in un
ambiente, quello gallurese, troppo frettolosamente, nello scorso secolo, liquidato
dagli studiosi come inconsistente, fuorviati dalla cultura degli stazzi isolati
e l'un contro l'altro armati, talvolta, che si era sovrapposta recentemente in
quel territorio.
Gli scavi della Prisgjona col loro forte richiamo
anche turistico, oggi, completano un'offerta al turista non più basata
esclusivamente sulla bellezza delle coste e del mare e sulla vita mondana dei
vip. La presentazione del libro dell'Archeologa, amica sincera dell'arcipelago
maddalenino e figlia della Gallura, è dunque un'occasione da non perdere, per
chi vuole comprendere come la cultura possa essere non a rimorchio, bensì al
traino del turismo stesso.pEONE