Sabato 24
gennaio, nomi di primo piano della politica regionale si confronteranno con gli
operatori linguistici, i sindaci, gli insegnanti e i dirigenti scolastici. Tra
i relatori della tavola rotonda organizzata dal Colcs e dall’Istituto Bellieni:
l’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino e quello provinciale Marisa
Porcu Gaias
«In Sardegna non potrà esservi crescita economica senza un
investimento serio da parte della Regione nella valorizzazione del principale
bene identitario, che è quello linguistico. Un presupposto fondamentale per
creare una nuova coscienza del popolo sardo non slegata dal lavoro, dal
territorio e dalla produzione diffusa della ricchezza». Con queste parole
Michele Pinna, direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni, illustra i
contenuti dell’importante convegno che sabato 24 gennaio, a partire dalle 10
metterà a confronto, nei locali del Circolo Culturale Francesco Bande di via
Muroni, esponenti di primo piano della politica regionale con gli operatori
linguistici, gli insegnanti e i dirigenti scolastici.
La tavola
rotonda, dal titolo «Lingua, Cultura, Identità, Scuola tra Politica ed
Economia», è la prima iniziativa importante del neonato Colcs (Coordinamento
degli operatori di lingua e cultura sarda) che in collaborazione con l’Istituto
Bellieni intende fare chiarezza sull’inserimento del sardo a scuola e
valorizzare l’impegno delle associazioni e degli operatori linguistici.
Al
dibattito, coordinato da Michele Pinna, parteciperanno l’assessore regionale
alla Cultura Claudia Firino, l’assessore provinciale alla Cultura Marisa Porcu
Gaias, i consiglieri regionali Gavino Sale, Paolo Zedda, Salvatore Demontis e
Daniele Cocco. Quindi Gesuino Muledda e Franciscu Sedda, rispettivamente
segretari dei Rossomori e del Partito dei Sardi, e Daniela Masia del Colcs. C’è
attesa per gli interventi dei sindaci dei Comuni che hanno attivato uffici
linguistici, e per il contributo degli insegnanti e dei dirigenti scolastici
ove siano stati realizzati progetti di “Su sardu in iscola” .
«La cultura
identitaria può rappresentare un importante volano per l’economia della
Sardegna – spiega Pinna, da sempre impegnato nelle battaglie identitarie – ma
occorre la creazione di una nuova coscienza autonomistica tra i sardi, che
passa attraverso la scuola e l’associazionismo culturale».
Gli
organizzatori ritengono che associazioni come l’Istituto Camillo Bellieni, da
decenni molto attivo nel settore, debbano costituire nel territorio un punto di
riferimento e di aggregazione delle diverse anime della cultura sarda che
guarda ai valori dell’autonomia, della sovranità e dell’indipendenza in una
prospettiva federalista europea.
