giovedì 29 gennaio 2015

«Isola digitale» a Sassari: 27 detenuti al lavoro per l’archivio del Tribunale


Grazie al finanziamento della Banca Nazionale delle Comunicazioni di Roma, che si aggiunge alle somme già stanziate dall’assessorato regionale alla Sanità, altri 8 reclusi entrano a far parte del
gruppo coordinato dalla Cooperativa sociale «DigitAbile Onlus»

. Prosegue il progetto «Isola Digitale» avviato nel maggio 2014 dalla Cooperativa sociale «DigitAbile Onlus» di Oristano. Grazie a un notevole contributo finanziario concesso dalla Banca Nazionale delle Comunicazioni di Roma, ai 19 detenuti già impegnati nel lavoro di digitalizzazione ottica dei documenti d’archivio del Tribunale di Sassari, si aggiungono altre 8 unità.
Alcuni opereranno dall’interno del nuovo carcere di Bancali per il “data entry” informatizzato. Gli altri saranno inquadrati in articolo 21, cioè con il permesso di muoversi all’esterno dell’istituto penitenziario.
«Si tratta di un modello innovativo e sperimentale per la Sardegna - spiega Giorgio Oggianu, presidente della Digitabile - che si affianca ad altri pochissimi progetti nazionali che coinvolgono i reclusi in percorsi professionalizzanti, spendibili nel mercato del lavoro, in particolare nel settore della digitalizzazione ottica dei documenti». Durante le attività, sarà possibile ampliare e testare i percorsi di accompagnamento dei carcerati attraverso il conseguimento dei moduli eipass per l’informatica, di quelli per l’orientamento e per la formazione archivistica. L’iniziativa durerà 12 mesi, ma per alcuni detenuti è prevista l’assunzione definitiva.
Fin dal primo momento i partner coinvolti sono stati la struttura carceraria, il Tribunale di sorveglianza di Sassari e gli enti finanziatori. Centomila euro sono arrivati dall’assessorato alla Sanità e cinquantamila dalla Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni.
Il progetto prevede la collaborazione di alcune figure professionali complementari, come l’ex direttore dell’Archivio di Stato, professor Angelo Ammirati, i consulenti informatici della Cooperativa e le educatrici del carcere.
«Il successo del progetto - afferma il presidente Oggianu - consiste nell’aver professionalizzato detenuti con un livello di scolarizzazione molto basso. Oltre il 55 per cento è in possesso della sola licenza media inferiore, il 10 per cento non supera la licenza elementare».


Salvatore Taras
Addetto stampa
3287357589


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