31 ottobre 2015
La Maddalena: un piano zoppo, un successo parziale.
Ieri 30 ottobre, dopo vent’anni di incapacità amministrativa e tre mesi di fuoco, il Consiglio Direttivo del Parco ha approvato una nuova ipotesi di Piano da inviare, a giorni, in Regione. In questi mesi i firmatari del comunicato, con grande senso di responsabilità nei riguardi dell'incarico ricevuto, hanno lavorato anche di notte, allacciando un rapporto professionale e umano con i tecnici incaricati della stesura del Piano e con i tecnici in forza all’Ente Parco. Abbiamo preteso che, nonostante le resistenze del Presidente, il Comune partecipasse, anche se in modo tardivo, dando il suo contributo e le sue indicazioni. Abbiamo promesso e mantenuto, in un dialogo franco col Ministero, che entro il 30 ottobre il Piano sarebbe stato approvato e predisposto per l’invio a Cagliari. Abbiamo fatto tutto questo con un po’ di paura, perché chi si assume la responsabilità di pianificare qualcosa su cui altri, per vent’anni, hanno tentennato, è normale che abbia paura: di sbagliare, di non aver visto che si poteva fare meglio. Però sulla paura prevale la soddisfazione. Quello che abbiamo approvato è un Piano che protegge sia la Comunità maddalenina che il suo territorio, perché solo così un Parco può avere un minimo di senso. Per qualche mese il Piano starà sotto osservazione in modo che la Regione prima e i cittadini poi faranno le loro valutazioni e proposte di correzione.
C’è un solo rammarico. La vicenda dell’acquisto di Budelli, che ha visto il Presidente Bonanno e lo Stato fare una pessima figura a livello internazionale, è entrata di prepotenza sui tavoli del Consiglio, condizionando in peggio il lavoro finale. Ieri, con un colpo di mano maldestro, il Presidente Bonanno ha forzato i lavori introducendo un voto su una cosa che era stata già votata e non poteva essere rivotata: la riserva integrale su Budelli. Il Consiglio si era già espresso, due settimane fa, per aumentare i divieti sulla Spiaggia Rosa e sugli scogli a ovest, lasciando invariato il resto. Questa scelta era stata fatta innanzitutto perché i dati scientifici dicono questo: Budelli non ha le caratteristiche della riserva integrale ma richiede una riserva generale, una zona B. In questo senso si era espressa anche la Regione quando ci aveva detto, in generale, che per aumentare o diminuire i divieti occorrono dati scientifici certi. Siccome i dati scientifici su Budelli parlano chiaro, si era deciso di non modificare il livello di tutela. Un livello più che sufficiente a fermare ogni speculazione edilizia, visto che prevede solo la possibilità di restaurare dei ruderi conservandone l’aspetto originario. L’altro motivo per cui il Consiglio aveva deciso di non chiudere Budelli è legato alla filosofia generale del Piano: lasciare ai maddalenini e a tutti i sardi (ma anche ai turisti) la possibilità di passeggiare liberamente per le isole, senza danneggiare l’ambiente e godendo della sua bellezza senza bisogno di blindature. Per questo serviva che Budelli restasse zona B. Con una zona A succederebbe che ad entrare a Budelli sarebbero solo Michael Harte, i suoi ospiti e gli studiosi incaricati dei monitoraggi. Tutti gli altri, compresi i residenti, potranno entrare a Budelli solo accompagnati da una guida. Se la proprietà per assurdo passasse al Parco le cose non cambierebbero. Divieto di ingresso a Budelli se non accompagnati, anche per i maddalenini. Quella che Pili e Bonanno cercheranno di intascarsi come una vittoria, si configura come un dispetto ai Maddalenini e a tutti i Sardi, e farà un baffo al legittimo proprietario, che per le stesse regole del Piano avrà il diritto di entrare a casa sua e di farsi accompagnare da familiari e amici. Queste sono le vittorie dell’ambientalismo integralista, quello che concepisce la natura come un bene privato per pochi eletti e non ha ancora capito che l’uomo e l’ambiente sono una cosa sola: o si salvano entrambi o muoiono entrambi.
Sono stati tre mesi di lavoro intensi, fatti di scontri e trappole ma che hanno visto emergere professionalità e coraggio. Sì, coraggio perché serve anche quello, insieme al buon senso, per poter pianificare e dare delle linee di indirizzo ad un territorio. Coraggio che è mancato a Bonanno e ai suoi, che hanno mostrato nessuna fiducia nello Stato e nelle leggi che lo governano. L'imboscata di ieri e il tentativo di innalzare il livello su Budelli si traduce in questo. C’è da sperare nel buon senso della Regione e del Ministero, per annullare d’ufficio questo schiaffo maldestro verso i cittadini sardi e i loro ospiti.
I membri del Consiglio Direttivo del
Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena
Andrea Rotta Carlo Rotta Enzo Di Fraia Luca Ronchi
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