x |
– “Abbiamo raccolto tutta la documentazione e le adesioni necessarie per la presentazione della domanda di riconoscimento dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), che inoltreremo nei prossimi giorni alla Giunta regionale e al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Finita questa fase istruttoria e di recupero dati, siamo ufficialmente pronti a partire con le nostre attività”. Lo ha detto ieri sera il presidente di Oilos, Salvatore Pala, durante l’incontro convocato nella sede dell’Assessorato dell’Agricoltura a Cagliari dall’assessore, Pier Luigi Caria, che ha posto come primo punto all’ordine del giorno proprio lo stato di avanzamento sul riconoscimento di Oilos.
Tutti i rappresentanti dell’Organismo interprofessionale (pastori, trasformatori privati e del mondo della cooperazione) hanno preso parte ai lavori affiancati dai direttori generali dell’Assessorato e dell’Agenzia regionale Laore Sardegna, Sebastiano Piredda e Maria Ibba, e dai tecnici di Laore e Agris. E poi i vertici del Consorzio del Pecorino romano Dop e dell’Associazione regionale allevatori (ARA). Quasi quattro ore di confronto dove si è fatto il punto sull’intera filiera del comparto lattiero caseario ovino, con la nuova stagione produttiva ormai all’inizio. Nuovo prezzo del latte da riconoscere ai pastori, andamenti delle vendite dei formaggi e crescita del valore del Pecorino romano sulle piazze d’oltre Tirreno, sono stati i maggiori temi che hanno animato il lungo tavolo di lavoro. Ma anche diversificazione delle produzioni, destagionalizzazione e conquista di nuovi mercati dove promuovere formaggi, latte o latte polverizzato.
L’assessore. “Ho sempre riconosciuto a Oilos il proprio ruolo di interlocutore centrale con cui ragionare sulle migliori azioni di governo da mettere in atto per il comparto. Ecco perché è nostro obiettivo di Giunta, ma anche di mandato del Consiglio regionale, fare tutto il possibile affinché questo organismo funzioni”. Lo ha detto ieri Caria che ha poi aggiunto: “Nessuno, compresa la Regione, può decidere a tavolino il prezzo del latte. Ma tutti noi, con enorme senso di responsabilità, dobbiamo creare le condizioni più percorribili per costruire insieme il futuro prezzo o la futura forbice su cui oscilli la remunerazione del latte ai produttori primari, i pastori”. L’esponente dell’Esecutivo Pigliaru ha poi ricordato quanto sia importante lavorare sulla programmazione delle produzioni, della trasformazione e delle vendite. “Senza numeri ufficiali non si può fare alcun tipo di ragionamento sul futuro del comparto – ha aggiunto l’assessore –. Attraverso l’aiuto dei 13euro a capo ovicaprino della legge 20/17 abbiamo dovuto chiedere ai pastori le produzioni dei litri di latte per le stagioni 2015-2016 e 2016-2017, poiché in Sardegna, ancora oggi, non esisteva alcun dato che attestasse la reale produzione delle nostre 12mila aziende. Con la raccolta e la rielaborazione di queste cifre si potrà finalmente ragionare su basi solide nell’accompagnare progetti che abbiano la forza del vero stato delle cose e non delle chiacchiere che, negli ultimi decenni, hanno fatto solo male a uno dei settori produttivi più importanti della Sardegna”.