Il
novantottesimo compleanno della soprano maddalenina Lia Origoni non poteva
passare inosservato. E il fatto che Alberto Angela, nell’ultima puntata di
“Ulisse” dedicata alle isole, abbia voluto pescare proprio questo evento, caso
simbolo di longevità ma pure di freschezza, lucidità e capacità di analisi,
dice che la nota cantante è ancora nel cuore di quanti l’hanno conosciuta e
apprezzata.Il riconoscimento già
consolidato da parte della stampa sarda che l’ha inserita nel novero delle
donne più rappresentative della Sardegna, la complessa e fortunata biografia
“La violetera della Scala di Berlino” scritta da Gian Carlo Tusceri, dopo quasi
3 anni di colloqui bisettimanali e un mare di foto e documenti d’epoca, che è
arrivata negli Stati Uniti, in Danimarca e in Olanda, lo straordinario docufilm
“Lia Music no Stop” di Tore Manca, proiettato in prima assoluta a Parigi, con
uno straordinario successo, e tanto tanto altro ancora, rimarca la
straordinaria personalità della cantante che, a questa bella età di 98 anni, ha
ancora voglia di seguire, informarsi, imparare tecniche di riproduzione degli
antichi nastri dell’Eiar e della Rai, e di applicarle, con precisione
maniacale, nella produzione artigianale di CD, raccolti in cofanetto di cui ha
già fatto dono al suo biografo, ma pure all’ex sindaco Angelo Comiti e ad altre
personalità e ad amici intimi che si recano a farle visita.Il suo
novantottesimo compleanno, nel suo salotto, dove fanno bella mostra le foto che
testimoniano i suoi straordinari rapporti di lavoro con Totò, Paolo Poli,
Macario, Anna Magnani, Tito Schipa, Rabagliati, Dapporto, Mercedes Sosa,
Caterina Valente, Maurice Chevalier, Re Faruk e tanti altri, si chiude ogni
anno con il brindisi offerto ai suoi amici più stretti. La soprano che conobbe
Goebbels, che cantò nella Russia bianca, e a Berlino, dove una sua gigantografia,
grande quanto la facciata di un palazzo, troneggiava davanti al Winter Garden,
e dove la sua foto fu adottata per la copertina del calendario dei talenti
mondiali del periodo, si esibì a Parigi, a Monaco, a Casablanca, in Egitto, a
Barcellona e a Madrid, e ovviamente in tutti i teatri d’Italia, a cominciare
dalla Scala di Milano, continua ad interessarsi puntualmente degli avvenimenti
del mondo, analizzandoli e commentandoli con incredibile capacità critica.
La sua
casa-museo, in pieno centro storico, con finestre sulla passeggiata di via
Garibaldi, è un’oasi culturale in cui, nonostante la veneranda età, Lia Origoni
ricostruisce, se necessario, certi esperimenti salottieri, con l’avanguardia
parigina degli anni ‘50-’60, con canzoni “costruite” su poesie di Ungaretti,
Montale, Prevert. Perché Lia, nonostante si accosti decisamente ai 100 anni, è
così: una mente eccelsa al pari della sua voce di un tempo. peone