OLBIA: ARRESTATO DAI CARABINIERI PER TENTATO OMICIDIO
Nel corso della
mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto
Territoriale di Olbia hanno arrestato K. D., albanese incensurato di 39 anni,
per tentato omicidio aggravato dai futili motivi e per resistenza a Pubblico
Ufficiale. Alle 7 di questa mattina, personale sanitario dell’Ospedale di Olbia
ha chiamato il 112 riferendo che era appena giunto un 33enne, di origine
albanese, accompagnato da alcuni amici, che presentava una profonda ferita al
collo procurata da arma da taglio e che, probabilmente, l’aggressore si trovava
all’esterno dello stesso nosocomio con atteggiamento aggressivo. Tutte le
pattuglie disponibili sono state inviate immediatamente, tra Radiomobile,
Sezione Operativa e Stazioni Olbia Poltu Quadu, Olbia Centro e Padru. Fatto il
punto della situazione, l’auto dell’aggressore, che era stata vista senza
nessuno a bordo fuori dall’ospedale, si era allontanata. Sono partite da subito
le ricerche che si sono protratte senza soluzione di continuità per tre ore, fino
all’avvistamento dell’auto con la quale era scappato, in sosta all’interno del
parcheggio di un esercizio commerciale di Porto Rotondo, in località Rudalza. A
quel punto, considerata anche la pericolosità del ricercato che poteva ancora
essere armato, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno cinturato
in forze l’area per poi procedere all’arresto dell’uomo, in evidente stato di
ebrezza, che si trovava in compagnia di K.F., un connazionale di 37 anni,
anch’egli incensurato, poi arrestato per favoreggiamento personale e resistenza
a Pubblico Ufficiale. L’aggressore aveva ancora con se l’arma usata per il
ferimento, un grosso taglierino di quelli usati in campo edile. La lite era
avvenuta sempre questa mattina, tra le 6 e le 7, per futili motivi, iniziata
nei pressi di un bar di Olbia, in via Vittorio Veneto. Il ferito, che ha
rifiutato il ricovero, dopo essere stato sottoposto alle cure del caso per il
fendente al collo di ben 12 cm, è stato dimesso con prognosi di 20 giorni
perché, per sua fortuna, la lama, pur essendo andata in profondità, non aveva
reciso alcuna arteria. L’aggressore, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria,
verrà tradotto presso la Casa di Reclusione di Nuchis con
l’accusa di tentato omicidio aggravato perché la ferita inferta aveva la
potenzialità di uccidere e solo per un caso non ha reciso vasi sanguigni
importanti. L’amico è trattenuto presso la camera di sicurezza del Reparto
Territoriale di Olbia in attesa del rito direttissimo.