La Sardegna, grazie al progetto “Competenza Immigrazione” che dal gennaio 2014 al gennaio 2015 ha permesso di formare, informare, sensibilizzare e trasferire, anche nell’isola, le buone pratiche nazionali e internazionali in tema di immigrazione e intercultura, entra di diritto a far parte delle regioni italiane all’avanguardia nell’accoglienza dei migranti. Un intenso anno di lavoro portato avanti con 637.440 euro provenienti dai fondi del P.O.R. FSE 2007-2013, Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione, affidati, attraverso un bando dell’assessorato regionale del Lavoro, al partenariato composto da Confcooperative Cagliari, dall’associazione Inforjob, dalle cooperative Anziani e non Solo e Dedalus e Centro Panta Rei Sardegna, con il supporto della Caritas regionale. Sette le azioni formative distinte e mirate, rivolte a referenti e operatori del mondo dell’associazionismo, delle comunità straniere e del no profit, di quello sociale e sanitario, del front office, scolastico, delle forze dell’ordine, dei professionisti, che hanno coinvolto complessivamente 50 tra docenti e tutor che hanno seguito 720 corsisti, 500 dei quali hanno ottenuto l’attestato conclusivo, suddivisi in 30 aule su tutto il territorio regionale tra Cagliari, Carbonia, Nuoro, Oristano, Olbia e Sassari per un totale di oltre 2.300 ore di formazione.
“Il progetto, con i suoi risultati gratificanti ma anche con le sue criticità, è stato un percorso umano importante e di crescita per tutte le risorse coinvolte - spiega Federico Boccaletti, coordinatore tecnico del progetto e presidente della “Cooperativa Anziani e non solo” - lasciando sul territorio competenze consolidate e nuovi stimoli per fare concretamente inclusione. Sono state attivate energie importantissime sia nel pubblico che nel terzo settore che volontariamente e con sacrificio personale, aderendo all’iniziativa hanno investito il proprio tempo su temi che ritengono vitali per affrontare il cambiamento sociale in atto nel nostro paese e in questo caso specifico in Sardegna. La conoscenza, il confronto serrato, il lavoro comune nei gruppi e l’approccio diretto attraverso le visite di studio, costituiscono i primi nodi delle reti reali e proprio questi passaggi hanno individuato nel progetto un primo luogo di incontro in grado di produrre lo stimolo a progettare nuovi servizi centrati sui bisogni degli utenti e sulla domanda sociale”.
Concetto ripreso da Roberto Savarino, presidente di Confcooperative Cagliari: “Abbiamo condiviso da subito il progetto volendo essere parte attiva nel percorso di formazione – sottolinea – perché solamente attraverso la conoscenza e le buone prassi, i rapporti con il mondo dell’immigrazione possono trasformare un potenziale problema in un'opportunità di sviluppo e ricchezza per una società che altrimenti, invecchiando senza integrazione, è destinata al declino. Il mondo della cooperazione ritiene che i percorsi formativi e le reti parternariali siano strumenti basilari per facilitare i processi di inclusione sociale e la qualità dei rapporti sul territorio”.
Il progetto ha coinvolto operatori del settore pubblico, privato e privato sociale che a diverso titolo svolgono un ruolo attivo nella realizzazione del sistema sardo di accoglienza delle comunità straniere.
“In Sardegna, nonostante non sia tra le regioni italiane con il più alto tasso di immigrazione, tra le persone che operano nel terzo settore c'è un forte senso e desiderio di professionalità - afferma Marta Chessa, del Centro Panta Rei Sardegna - e gli operatori sentono il bisogno di formarsi per interagire meglio con le persone straniere con cui devono interfacciarsi. In tanti hanno frequentato i corsi fuori dall’orario di lavoro. Questo ci ha colpito molto positivamente e dovrebbe farci riflettere su quello che si dovrebbe continuare a fare in termini di formazione e aggiornamento professionale”.
Un’ottica non emergenziale, dunque, ma volta a creare le condizioni per una società capace di accogliere, come ribadisce Elena De Filippo, presidente della Cooperativa Sociale Dedalus: “Attraverso il progetto Competenza Immigrazione, la Regione Sardegna ha colto due esigenze molto sentite dal mondo dei servizi sia pubblici che del privato sociale – afferma - la prima è quella di acquisire o aggiornare le competenze sul fenomeno migratorio che è una realtà ancora contenuta in Sardegna, ma in rapido aumento e quindi la necessità di avere una preparazione volta ad includere positivamente coloro che arrivano sul territorio sardo, evitando così che l’immigrazione diventi un “problema”. La seconda è quella di essere messi in condizione di lavorare in rete, perché essendo quella delle migrazioni internazionali attuali una realtà complessa e in continuo cambiamento, è difficile affrontare i bisogni dei cittadini migranti senza un confronto e la creazione di sinergie positive con altri servizi”.
L’UFFICIO STAMPA
Gianluca Zorcolo
3334012004