depositato alla Corte Costituzionale dai Riformatori l’opposizione al ricorso del governo contra la FinanziariaFrongia (Sardegna Obiettivo 6): “Pigliaru resta in silenzio e gli interessi dei sardi li difendiamo noi”
. I Riformatori hanno ufficialmente depositato alla Consulta l’opposizione al ricorso del governo contro la Finanziaria. Un fatto eccezionale che a difendere i sardi non sia la Regione, ma considerato il silenzio della Giunta che ha deciso di non contrastare il governo su una legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, che rappresenta tutti i sardi, i Riformatori hanno deciso di scendere in campo e di esporsi in prima linea. Ad annunciarlo è Sardegna Obiettivo 6, l’associazione di avvocati ed esperti in materie giuridiche, che ha sposato la battaglia dei Riformatori sardi e che lavora con il pool di avvocati per i diritti delle minoranze linguistiche e in particolare del popolo sardo. “L’articolo 6 della nostra Carta Costituzionale – spiega il coordinatore di Sardegna Obiettivo 6, Roberto Frongia - statuisce che l’Italia tutela le minoranze linguistiche intese anche come minoranze etniche culturali insediate in specifiche realtà territoriali come la Sardegna. La questione dei diritti delle minoranze è correlata al più vasto ambito della tutela dei diritti umani e delle libertà inalienabili. L’Associazione “Sardegna Obiettivo 6” si propone di agire in tutte le sedi proprio per garantire al Popolo Sardo adeguate tutele normative nella consapevolezza che la difesa delle minoranze non costituisce una questione relativa unicamente allo spazio sociale europeo, bensì un problema di portata mondiale”.
Il ricorso sulle accise, presentato alla Corte Costituzionale dagli avvocati Andrea Panzarola e Massimo Proto, per conto dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Attilio Dedoni, affronta due aspetti: la legittimità della costituzione in giudizio dei consiglieri al posto del presidente della Regione e la legittimità della norma.
“La costituzione in giudizio dei consiglieri regionali – dice Frongia – è certamente un fatto eccezionale, così come è eccezionale che la Giunta abbia rifiutato di difendere una legge della Regione approvata da tutti i gruppi e le forze politiche presenti in Consiglio regionale. Del resto, in punta di diritto, a nostra parare è un dovere dei consiglieri regionali – depositari del potere di iniziativa legislativa – fare di tutto per resistere a un attacco del governo alla sovranità del popolo sardo”.
"La scelta regionale di non costituirsi - prosegue Frongia - rappresenta il preludio di una decisione di accoglimento della questione di costituzionalità prospettata dal Presidente del Consiglio. Il fatto è talmente risaputo che non ha bisogno di essere dimostrato. Si intuisce pertanto che la decisione della Regione di rimanere “contumace” nel giudizio introdotto dal Presidente del Consiglio, favorendo un esito di accoglimento del ricorso statale e di annullamento della legge regionale, pregiudica fatalmente gli interessi regionali alla cui tutela la medesima legge era preordinata. Ne riceve senz’altro un danno la Comunità sarda nella sua globalità. Per questa ragione i Riformatori Sardi hanno deciso di agire in modo concreto costituendosi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale. Lo hanno fatto con convinzione e, soprattutto, legittimamente".
Per comprendere proprio l’estrema fondatezza dell'intervento davanti alla Consulta, prosegue Frongia, deve essere precisato, innanzitutto, che i consiglieri regionali sottoscrittori del ricorso hanno ricoperto la medesima carica anche nella legislatura precedente, durante la quale il Consiglio regionale ha approvato la disposizione oggi impugnata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, assumendosi, così, la responsabilità (politica ed amministrativa) di approvare la legge finanziaria e predisporre, coerentemente, il bilancio regionale".
Si tratta, dunque, "di soggetti che, nella loro qualità di consiglieri regionali, sono non soltanto astrattamente titolari del potere legislativo, ma di tale potere hanno fatto concreto esercizio, concorrendo, dapprima, alla approvazione della legge regionale “finanziaria” (n. 7 del 21 gennaio 2014 - oggetto della impugnazione governativa che ha dato origine al presente giudizio, relativamente all’art. 1, comma 1) e, nel prosieguo, assumendosi la responsabilità (politica e amministrativa) delle misure attuative che ne sono sortite. L’interesse descritto è quello, giuridicamente rilevante, che giustifica l’intervento, necessario ed opportuno, per la tutela dei diritti del popolo sardo".
