- “Si smetta di cavalcare tigri di carta e si evitino atteggiamenti irresponsabili che soprattutto in questo momento non portano evidentemente alcun beneficio alla soluzione della vicenda Saremar”. Lo dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana riguardo alla proclamazione dello sciopero del personale marittimo e amministrativo con sede di lavoro a Carloforte della Compagnia di navigazione regionale nelle giornate del 30 e 31 maggio prossimi, in occasione della manifestazione “Girotonno”. “Si invitano pertanto i sindacati - continua l’esponente della Giunta Pigliaru - a voler revocare immediatamente lo sciopero per evitare il ricorso a dolorose quanto inevitabili richieste di precettazione”. L’assessore Deiana si rivolge alle segreterie regionali di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti dichiarandosi sconcertato per la mancata considerazione delle fondamentali esigenze di mobilità della comunità carlofortina che, “soprattutto nelle giornate del Girotonno, investe rilevantissime risorse ed energie per la promozione e l’apertura del territorio ad un vastissimo target di potenziali utenti della propria offerta turistica”. Il titolare dei Trasporti entra quindi nel merito della motivazione della protesta. “Si fa fatica a comprenderne le ragioni e i soggetti verso i quali dovrebbe essere indirizzata - continua Deiana - viene assunto a pretesto dello sciopero il mancato accordo sui licenziamenti fra sindacati e azienda, mentre è ampiamente noto che la Saremar versa formalmente in una situazione giuridica, il concordato preventivo liquidatorio, che non consente di stipulare alcun accordo con qualsivoglia interlocutore, e questo i sindacati lo sanno bene”. L’interruzione del servizio di trasporto pubblico marittimo verso l’Isola di san Pietro nelle giornate del 30 e 31 maggio “ha come unico risultato quello di penalizzare esclusivamente gli abitanti e gli operatori economici carolini, nonché di diffondere allarme e incertezza fra i potenziali turisti che hanno programmato la visita in occasione dell’evento: scongiuriamo queste conseguenze ed evitiamo danni economici e di immagine difficilemente recuperabili”, conclude Massimo Deiana.