Circa 200
persone hanno seguito la prima visita guidata con il docente Alberto Moravetti.
Il sito sarà
aperto tutte le domeniche grazie alla presenza di operatori qualificati. Nuovi
scavi archeologici già a fine mese.
. Sono
venuti da tutta l’isola per vedere questo insediamento fortificato dalla
muraglia poderosa, un esempio di architettura prenuragica unica nel suo genere
in Sardegna. Dopo il taglio del nastro da parte del sindaco Marcello Diez e
dell’assessore alla Cultura Leonardo Isoni, un gruppo di circa 200 persone ha
seguito la prima visita guidata che ha inaugurato l’apertura al pubblico.
Un’escursione
in compagnia di una guida d’eccezione, il docente Alberto Moravetti, direttore
dell’ultima campagna di scavi sul sito, che ha illustrato per circa due ore le
nuove scoperte. Ad ascoltarlo con attenzione c’erano turisti di tutte le età,
addetti ai lavori e semplici appassionati. Tra i presenti l’archeologa Daniela
Rovina della Soprintendenza, l’architetto Sandro Roggio che ha diretto i lavori
di restauro e Marcello Madau, coordinatore scientifico.
È stata
un’esperienza entusiasmante, immersi in un contesto ambientale superlativo, tra
rocce vulcaniche, macchia mediterranea e strutture preistoriche. Il percorso al
monumento è accessibile e ben curato e la vista riesce a spaziare all’orizzonte
fino al mare di Alghero.
«Il sito
sarà aperto tutte le domeniche grazie alla gestione della cooperativa Monte
Baranta, composta da competenti archeologi – ha spiegato l’assessore Isoni –
inoltre stiamo approntando un elenco di operatori qualificati per garantire
l’accesso su prenotazione anche gli altri giorni della settimana».
Ma la sfida
ai misteri di questa fascinosa struttura non è affatto conclusa. «Inizieremo
altri scavi alla fine del mese di giugno – ha affermato Moravetti – e negli
anni a venire ci saranno altre esplorazioni perché il complesso è molto ampio e
nasconde ancora tanti segreti. Passo importante era ora quello di valorizzarlo
al meglio e renderlo fruibile a un vasto pubblico».
Un brivido
di emozioni ha accompagnato i presenti durante le esibizioni del Coro
Polifonico, che ha cantato in costume all’interno della torre megalitica, sul
limitare dello strapiombo che lascia spazio a un panorama mozzafiato. La
scoperta delle risorse culturali del paese è proseguita in serata grazie alle
degustazioni servite dalla ProLoco sul piazzale antistante. «Storia e
gastronomia sono due elementi culturali di primo piano per Olmedo – ha
sostenuto il presidente dell’associazione, Eugenio Muroni – se saremo in grado
di metterli insieme con intelligenza possono rappresentare una richiamo senza
precedenti per la nostra comunità».
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Salvatore
Taras
Ufficio
stampa e comunicazione
taraspress@gmail.com