sabato 13 febbraio 2016

Di nuovo Valerio e tutto l’Ariston si emoziona

Scanu convince con “Finalmente piove” Una bella canzone firmata da Fabrizio Moro
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SANREMO. Valerio Scanu risale sul palco dell'Ariston e prima dell'esibizione consegna una bacchetta da direttore al maestro Beppe Vessicchio. Perché? «È la sua bacchetta storica, me la regalò nel 2010 dopo una scommessa che vinsi quando arrivai primo al Festival – spiega Valerio –. Da allora ha diretto solo con le mani, non ne ha trovata un'altra uguale. Gliela restituisco perché possa dirigermi quest'anno». Il gesto scaramantico sembra aver avuto effetto, la canzone “Finalmente piove” – un bel pezzo firmato da Fabrizio Moro – convince, come convince l'interpretazione di Valerio, come sempre intensa e musicalmente ineccepibile. Vestito di scuro, con il pizzetto, gli ampi tatuaggi che si intravedono sulle braccia, Valerio ha rotto il ghiaccio sul palco del festival da grande professionista. Oggi è la giornata delle cover e il cantante di La Maddalena si cimenterà con un grande classico di Battisti e Mogol: “Io vivrò (senza te)” .
«È un brano a cui sono legato affettivamente – ha confessato Valerio–. Era il cavallo di battaglia di una mia amica che è venuta a mancare. Una grande cantante che non ha avuto la mia fortuna nell'emergere. Idealmente sarà con me sul palco stasera».
Eros Ramazzotti, Patty Pravo e il pianista Ezio Bosso: quella di ieri è stata la serata delle standing ovation all’Ariston. Tributi alla carriera, iniziata proprio qui 32 anni fa per il cantautore romano, e all’umanità: «La musica come la vita si può fare solo in un modo: insieme», ha detto Bosso, affetto da una malattia degenerativa, dopo una commovente performance. Prima, a dare quota alla seconda serata del Festival di Sanremo ci aveva pensato un’irresistibile Virginia Raffaele nei panni di Carla Fracci: tutta movenze, plié, atteggiamento altero e parlare antico («Saluto questa storica saga e anche la banda» ha detto rivolta all’orchestra). Con lei a co-condurre la bella Madalina Ghenea e l’impacciato Gabriel Garko.
Metabolizzata la presenza di Elton John sul palco nazional-popolare per eccellenza, a Sanremo è rimasto l’arcobaleno dei nastri che anche ieri sera molti cantanti in gara e anche Ramazzotti (che ha chiuso la sua esibizione ricordando il padre) hanno esibito.
Il Festival versione Carlo Conti piace, riesce a incollare alla televisione un italiano su due. Sanremo si guarda, soprattutto di Sanremo si parla, al bar e sui social. I legami con la Rete sono talmente forti che quello che nasce sui social riesce a influenzare quello che succede dentro l’Ariston: è arrivato dalla campagna #SanremoArcobaleno, lanciata online dal blogger e vincitore dell’ultima edizione di Pechino Express Andrea Pinna, l’invito rivolto agli artisti ad esibire i nastri pro unioni civili. Una scelta da cui conduzione e dirigenza Rai hanno preso le distanze. «Ogni cantante è libero di portarsi le coccarde che vuole», ha chiarito il direttore di Raiuno Giancarlo Leone. E Conti: «Spero che questo rimanga il Festival della canzone italiana: si raccontano tante sfaccettature della nostra società, sempre nel rispetto degli
altri». Il polverone potrebbe rialzarsi stasera con l’arrivo del giovane cantautore irlandese Hozier autore di un brano, “Take me to Church”, contro l’omofobia.
Ospiti della serata anche Nicole Kidman, il quartetto delle Salut Salon, la cantautrice inglese Ellie Goulding e Nino Frassica.

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