Festa della Donna si ma senza rappresentanza
L’associazione meglio in due ancora all'attacco al grido: “ Basta con le promesse per le donne della nostra terra, vogliamo la Doppia Preferenza di Genere nella legge Elettorale Regionale.”
Ancora una volta le coordinatrici dell’associazione meglio in due Carla Poddana, Elena Secci e Lucia Tidu puntano i riflettori sulla Doppia Preferenza di Genere e sul Consiglio Regionale della Sardegna.
Dichiarano: “Siamo partite nel mese di Agosto 2016 con una idea, quella di coinvolgere l’intero territorio della Sardegna in una battaglia di democrazia paritaria; il nostro sogno era quello di far entrare con forza nel Consiglio Regionale la voce di una terra che chiede la parità di genere, che pretende un meccanismo di riequilibrio che è stato già sperimentato e ha portato ottimi risultati nei comuni sopra i 5.000 abitanti, il nostro obiettivo è quello di portare a casa il risultato.”
La mobilitazione si è sparsa a macchia d’olio in tutto il territorio e in poco tempo le coordinatrici sono riuscite a far approvare in importantissimi comuni della Sardegna una mozione nella quale veniva chiesto il sostegno per la Doppia Preferenza di Genere nella Legge Elettorale Regionale, oltre questo vi sono state numerose manifestazioni in tutto il territorio che hanno ancor più dimostrato come dallo scippo avvenuto nel 2013 attraverso il voto segreto i tempi siano ora maturi per l’introduzione della Doppia preferenza nella Legge Elettorale Regionale.
La battaglia ha quindi investito il palazzo regionale e la Poddana, Secci e Tidu sono state invitate in Consiglio Regionale, prima dal presidente del Consiglio Ganau e poi dal presidente della Commissione Riforme Agus. Nei due incontri le coordinatrici hanno ribadito in maniera forte la necessità di contingentare i tempi e di arrivare rapidamente al voto per introdurre la doppia preferenza nella legge elettorale Regionale , ma hanno anche evidenziato pericoli e criticità sui quali hanno chiesto agli interlocutori una attenzione particolare, ad esempio “ la possibile richiesta del voto segreto e la necessità quindi di una articolo unico e dedicato alla sola doppia preferenza per inchiodare alle proprie responsabilità davanti all’elettorato chiunque voti contro o chieda il voto segreto. “
“Ma fino a questo momento si tratta di discussioni e di promesse che ancora non hanno portato a fatti concreti”, per questo concludono la Poddana, Secci e Tidu: “ non ci fermeremo fino ad ottenere il risultato . Abbiamo previsto altre importanti iniziative nei vari territori della Sardegna e siamo pronte a lottare. Vorremmo un 8 Marzo diverso, uno nel quale oltre a un simbolo floreale vi fosse anche una doverosa certezza, quella della doppia preferenza di genere nella Legge Elettorale Regionale; lo dobbiamo a noi stesse, a chi ci ha sostenuto in questa battaglia e lo dobbiamo alla nostra Sardegna alla quale non possiamo consegnare ancora una volta una democrazia non paritaria. Questo Consiglio Regionale è formato da 56 uomini e 4 donne. Vi sembra che vi sia un problema di equilibrio di genere? La risposta è SI, quindi basta promesse, è tempo di agire.”
L’associazione meglio in due ancora all'attacco al grido: “ Basta con le promesse per le donne della nostra terra, vogliamo la Doppia Preferenza di Genere nella legge Elettorale Regionale.”
Ancora una volta le coordinatrici dell’associazione meglio in due Carla Poddana, Elena Secci e Lucia Tidu puntano i riflettori sulla Doppia Preferenza di Genere e sul Consiglio Regionale della Sardegna.
Dichiarano: “Siamo partite nel mese di Agosto 2016 con una idea, quella di coinvolgere l’intero territorio della Sardegna in una battaglia di democrazia paritaria; il nostro sogno era quello di far entrare con forza nel Consiglio Regionale la voce di una terra che chiede la parità di genere, che pretende un meccanismo di riequilibrio che è stato già sperimentato e ha portato ottimi risultati nei comuni sopra i 5.000 abitanti, il nostro obiettivo è quello di portare a casa il risultato.”
La mobilitazione si è sparsa a macchia d’olio in tutto il territorio e in poco tempo le coordinatrici sono riuscite a far approvare in importantissimi comuni della Sardegna una mozione nella quale veniva chiesto il sostegno per la Doppia Preferenza di Genere nella Legge Elettorale Regionale, oltre questo vi sono state numerose manifestazioni in tutto il territorio che hanno ancor più dimostrato come dallo scippo avvenuto nel 2013 attraverso il voto segreto i tempi siano ora maturi per l’introduzione della Doppia preferenza nella Legge Elettorale Regionale.
La battaglia ha quindi investito il palazzo regionale e la Poddana, Secci e Tidu sono state invitate in Consiglio Regionale, prima dal presidente del Consiglio Ganau e poi dal presidente della Commissione Riforme Agus. Nei due incontri le coordinatrici hanno ribadito in maniera forte la necessità di contingentare i tempi e di arrivare rapidamente al voto per introdurre la doppia preferenza nella legge elettorale Regionale , ma hanno anche evidenziato pericoli e criticità sui quali hanno chiesto agli interlocutori una attenzione particolare, ad esempio “ la possibile richiesta del voto segreto e la necessità quindi di una articolo unico e dedicato alla sola doppia preferenza per inchiodare alle proprie responsabilità davanti all’elettorato chiunque voti contro o chieda il voto segreto. “
“Ma fino a questo momento si tratta di discussioni e di promesse che ancora non hanno portato a fatti concreti”, per questo concludono la Poddana, Secci e Tidu: “ non ci fermeremo fino ad ottenere il risultato . Abbiamo previsto altre importanti iniziative nei vari territori della Sardegna e siamo pronte a lottare. Vorremmo un 8 Marzo diverso, uno nel quale oltre a un simbolo floreale vi fosse anche una doverosa certezza, quella della doppia preferenza di genere nella Legge Elettorale Regionale; lo dobbiamo a noi stesse, a chi ci ha sostenuto in questa battaglia e lo dobbiamo alla nostra Sardegna alla quale non possiamo consegnare ancora una volta una democrazia non paritaria. Questo Consiglio Regionale è formato da 56 uomini e 4 donne. Vi sembra che vi sia un problema di equilibrio di genere? La risposta è SI, quindi basta promesse, è tempo di agire.”