Campagna eradicazione cinghiali: al via la seconda stagione
E’ pari a trecento il totale di esemplari catturati e abbattuti fino a questo momento su una popolazione complessiva stimata in circa ottocento animali al momento dell’avvio delle attività del piano di eradicazione. Delle tre strategie di abbattimento previste nel regolamento la più efficace è risultata il metodo di cattura tramite gabbie con successiva macellazione: 236 sono infatti gli esemplari catturati nel periodo di tempo compreso tra i mesi di dicembre 2011 e marzo del 2012. 59, invece, è il numero di capi abbattuti con il metodo della “girata” nel periodo compreso tra i mesi di novembre 2011 e marzo 2012 impegnando una media di 40 selecontrollori per 18 giornate di attività. L’abbattimento di 10 capi è infine il risultato della strategia tramite l’uso della carabine che si è svolta in sole 5 giornate tra febbraio e marzo 2012 e ha coinvolto 6 selecontrollori per volta per 3 ore di appostamento a giornata. Un risultato, quest’ultimo, degno di approfondimento per l’organizzazione della prossima stagione. Tanto che il parco, dopo questa esperienza , ha
previsto per giovedì 4 ottobre presso il CEA (Centro di educazione ambientale) del parco a Stagnali la prossima riunione operativa con i selecontrollori impegnati nella campagna di abbattimento di ibridi di cinghiale sulle isole di Caprera e La Maddalena.L’incontro è stato convocato dai responsabili del Parco e da tutti i soggetti istituzionali coinvolti nelle operazioni al fine di organizzare le squadre e il calendario per il secondo anno della campagna di eradicazione.
Programmate a partire dalla metà di ottobre per concludersi nel mese di marzo 2013, le attività previste per il nuovo anno proseguiranno con l’obiettivo di risolvere drasticamente i problemi legati alla presenza dell’ibrido di cinghiale, che oltre a rappresentare un serio rischio per l’immenso patrimonio di biodiversità del Parco, in alcuni casi continua a creare difficoltà ai residenti e ai frequentatori delle due isole.
La necessità di un apposito piano di eradicazione – elaborato tra il 2010 e il 2011 dai tecnici del parco – era emersa con urgenza a partire dal 2009 in considerazione dell’eccessivo sviluppo della popolazione, per il cui controllo poco era stato fatto negli anni passati;- L’introduzione della specie sull’isola di Caprera a partire dagli anni ottanta aveva inoltre determinato una serie di problemi di carattere ecologico e igienico-sanitario non più sostenibili dalla comunità maddalenina.
Nel corso della riunione svoltasi lo scorso 12 settembre e voluta dal parco e dal comune di La Maddalena alla presenza di tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti (Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Corpo forestale dello stato, Polizia Municipale, Servizio veterinario della A.s.l), l’ente parco ha ritenuto opportuno adeguare le tipologie di intervento previste dall’apposito regolamento approvato nel 2011 dall’ISPRA e dal Ministero dell’ambiente, prevedendo la possibilità di effettuare abbattimenti notturni, e ha tracciato un bilancio delle attività svolte nel corso della scorsa stagione e, a seguito dell’esperienza maturata nel corso della scorsa campagna.
Il ricorso all’abbattimento selettivo, quale modalità di eradicazione – e non di semplice controllo – di una specie ibrida introdotta dall’uomo che causa danni immensi al patrimonio di fauna e flora di Caprera, costituisce uno strumento al quale l’Ente Parco ricorre al fine esclusivo di salvaguardare questo habitat incredibilmente delicato, dove anche l’introduzione di specie “aliene” può costituire un elemento di distruzione per molte altre specie.Peone