





Non è improbabile che la motobarca Patricia ,affondata martedi nelle acque di fronte alla
spiaggia dell’isola di Santa Maria , potrà solcare il mare già da oggi ,mare e vento permettendo
. I lavori di riparazione effettuati dalla ditta di recupero e rimorchio marina di Porto massimo di
Cristian Delogu , iniziati subito dopo l’evento , hanno proseguito alacremente nei giorni seguenti
per liberare l’area dove il mezzo era affondato .A seguirli c’è anche il comandante Giuseppe
D’Arco che non ci stà ad essere tacciato da incompetente da chi eventualmente non conosce
le insidie del mare e dopo le dichiarazioni di ieri vuol aggiungere , secondo il suo punto di vista ,
un passaggio molto importante per chiarire ancor piu’ la dinamica dell’incidente .<<Dopo che La
Maggior Leggero aveva preso con la sua elica la cima di poppa del Patricia , il comandante
Gargiulo prima di mettere i cavi di poppa a terra in banchina , cosi come gli avevo suggerito , si
è buttato in mare con le bombole per tagliare la cima della nostra ancora che si era incattivita
nella sua elica . Da notare che la sua barca aveva solamente un cavo di prua in banchina ,
anche se prima bisognava assicurare la poppa. Una volta tagliata la cima mi ha comunicato che
potevo uscire , manovra che ho iniziato ma che non ho potuto terminare perchè si sono
bloccati i due motori una volta che l’acqua ha raggiunto il livello del boccaporto di poppa . >>Poi
il richiamo a prendere i passeggeri e l’ormeggio in sicurezza alla prima boa utile per non andare
alla deriva . Ora sarà la capitaneria a districare la matassa dopo la deposizione sia di D’Arco
che di Gargiulo, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni ,come pure i passeggeri e gli uomini
dell’equipaggio di entrambe la imbarcazioni . Peone