E’ assolutamente e scientificamente provato che
Abbanoa spa non potrà rispettare nessuna delle condizioni imposte dalla Unione
Europea (riduzione delle perdite della rete e recupero della piena efficienza
del servizio con intervento deciso sui costi, sulla organizzazione e sugli
incassi) perché strutturalmente impossibilitata a farlo e dovrà quindi
restituire i 142 milioni di euro ottenuti dalla Regione. Siamo alle solite: per
risolvere i problemi si buttano i soldi, si sprecano, e non si comprende che
prima di versare nuove ed ingenti risorse è necessario tappare le falle. E per
quanto riguarda Abbanoa la falla è sotto gli occhi di tutti: l’idromostro sardo
è troppo grande per poter essere efficiente, finanziariamente ed
economicamente. Qualsiasi trucco contabile (azzeramento delle perdite,
ri-acquisizione della verginità di bilancio) è come mettere la polvere sotto il
tappeto: i debiti crescono, sono ormai arrivati a sfiorare il miliardo di euro
(per avere un termine di paragone si pensi che Alitalia ne ha 1,1), e tutto,
fra brevissimo, crollerà travolgendo il già fragilissimo sistema finanziario
regionale. Occorre il coraggio e la responsabilità di una scelta tecnicamente e
scientificamente all'altezza del
problema: uno studio approfondito per definire gli ambiti ottimali con
conseguente riassegnazione delle gestioni del servizio idrico. Via la demagogia
ed il populismo. C’è davvero poco tempo. Poi ci penseranno i
tribunali.