"Nell'importante giorno di Sa Die de sa Sardigna, festa di tutti i sardi, chiediamo fortemente che la lingua sarda riceva la massima tutela e valorizzazione perché è lo strumento attraverso cui si esprime l'anima e la cultura del popolo sardo". Così ha dichiarato questa mattina, in audizione presso gli uffici di presidenza riuniti delle Commissioni 1° e 3° del Senato, sotto la presidenza dell'On. Pierferdinando Casini, l'assessore della Lingua e Cultura sarda Claudia Firino, nell'ambito dei lavori tesi all'approvazione del Disegno di legge 560 per la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, aperta alla firma degli Stati nel 1992 e sottoscritta dall'Italia nel 2000. "Sono quindici anni che questo strumento attende la ratifica del Parlamento. Nel frattempo lo Stato si è dotato della legge 482 del 1999 e la Regione Sardegna della legge 26 del 1997, che copre alcuni degli ambiti della Carta. Tuttavia, molto deve ancora essere fatto" ha proseguito l'esponente della Giunta regionale specificando che il sardo è lingua viva nelle comunità della Sardegna e che numerose espressioni artistiche anche contemporanee, legate a tradizioni secolari, costituiscono un unicum assoluto e ricevono riconoscimenti internazionali. "Ciò nonostante, il sardo non è ancora una lingua interamente tutelata e altre lingue regionali godono di tutela più ampia. Noi vogliamo raggiungere quei medesimi, massimi livelli di tutela, a cominciare dall'istruzione" ha specificato Claudia Firino. "Le nuove generazioni hanno il diritto di potersi appropriare o riappropriare, quando quel filo è stato spezzato, della cultura dalla quale provengono, e questa riappropriazione avviene attraverso la lingua e il suo insegnamento anche nelle scuole". In chiusura, l'Assessore ha inoltre richiamato l'attenzione degli On. Senatori sull'importanza di dare piena rappresentatività alle minoranze linguistiche negli organi istituzionali. "E' un tema trasversale, tra la ratifica della Carta e le riforme costituzionali, di cui sono in corso i lavori, ma è fondamentale, poiché anche da quello dipende la qualità della democrazia in cui viviamo".