Fuori l’Anas dalla Sardegna. La Regione deve prendersi direttamente la responsabilità delle strade sarde
. Lo stiamo dicendo da due legislature, anche attraverso precise proposte di legge: la Sardegna deve liberarsi dell'Anas. Per questo oggi in tutta la Sardegna sono state fatte manifestazioni per dire basta. Alle note inefficienze e alle lungaggini nella realizzazione di opere fondamentali per la mobilità in Sardegna si aggiungono oggi gli scandali continui. E lo stato da terzo mondo delle nostre strade dimostrano che l’Anas ha completamente fallito. L’elenco è lungo: il cantiere infinito della SS 131, lo scandalo nazionale della Nuova SS 554, le code quotidiane ai semafori sulla SS 55, i mille pericoli delle SS 130, 195 e 128. Per non parlare poi del tratto conclusivo della Sassari-Alghero, dimenticato da tutti tranne che dai sardi che soffrono quotidianamente la mancanza di strade degne di questo nome. La Sassari-Olbia, ad esempio, è ostaggio della burocrazia pennuta camuffata da gallina prataiola. Intere aree del Sulcis, del Campiadano e del Nuorese sono servite da infrastrutture in condizioni da terzo mondo.
Che dire poi delle aree di sosta senza pattumiere dove sono pochissimi i punti di ristoro. Non c’è poi nessuna vigilanza contro chi sporca e inquina, nessun intervento di pulizia. La rete stradale trasformata in un’immensa discarica a cielo aperto. Quattro tra i massimi dirigenti nazionali arrestati, cinquanta indagati, presidente dimissionario. Per non parlare della segnaletica stradale, caotica e priva di senso, con limiti di velocità contraddittori frutto di cartelli posizionati e poi dimenticati, un pessimo biglietto da visita presentato a chi viene in Sardegna.
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