V
Sassari
- Un convegno che "non ti aspetti". Potrebbe essere definita tale la
serata dibattito "L'ho fatto per amore" - Voci e volti della violenza
nelle coppie etero e LGBT - tenutasi nella serata di ieri, sabato 19 novembre,
a Sassari presso il Palazzo della Provincia, voluto e organizzato dalla
presidente del CAM Nord Sardegna - Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti - Nicoletta Malesa, in collaborazione con la presidente del MOS -Movimento
Omosessuale Sardo - Barbara Tetti.
Ad
aprire la serata, l'intensa interpretazione dell'attore Gian Giorgio Cadoni - Compagnia teatrale "La
Luna Antica" - basata su un testo tratto dal libro "Maria di
Isili", scritto dall'autore Cristian
Mannu. Un trasporto emotivo seguito
dalle note ruvide del violoncello della musicista sassarese Roberta Botta che ha intervallato la serata con le musiche di Beethoven. Subito
al via i lavori, con l'intervento della
dott.ssa Malesa che ha messo in luce
aspetti e luoghi comuni della violenza e l'importanza di rivedere l'approccio
nell'affrontare il fenomeno: "Ho lavorato per diversi anni con le donne
vittime di violenza e dopo qualche tempo ho iniziato a chiedermi quali fossero
le responsabilità spettanti all'uomo autore di violenza" ed ancora
"Una donna deve modificare la sua vita, le sue abitudini, ma l'uomo cosa fa dopo una denuncia, quale percorso intraprende? Mi sono posta
delle domande e ho capito che si stava affrontando il problema
marginalmente".
Il
Centro, che si occupa della presa in
carico degli uomini autori di violenza, attivo sul territorio sardo dal 2014, è
il primo nell'isola. Subito dopo la parola alla presidente del Mos, Barbara Tetti: "Il recente rapporto di ArciLesbica ha evidenziato come
i casi di violenza nelle coppie omosessuali siano quasi pari a quelli delle
coppie eterosessuali, un aspetto che ci ha colpito perché speravamo di essere
diversi almeno in questo, ma purtroppo non è così” ed ancora ha proseguito sottolineando il punto sulla
pericolosità diffusa del sottostimare la violenza quando subita da un
uomo o al contrario agita da una donna.
La
parola è poi passata al presidente dell'Ordine Giornalisti Sardegna, Francesco
Birocchi, che si è soffermato sui "modelli
familiari" imposti fino a soli 50 anni fa che hanno condizionato il
concetto di rapporto all'interno del matrimonio con stereotipi culturali e
religiosi, finendo con il rafforzare pesantemente il concetto di disparità tra uomo e donna.
Davanti
ad una platea gremita ed attenta, ha proseguito il presidente della Società
Italiana di Psicoterapia per lo studio delle Identità Sessuali, il dott. Guido Mazzucco, ponendo l'accento
sugli aspetti del lavoro di prevenzione della violenza nelle coppie
omosessuali, in cui bisogna tener conto di ulteriori fragilità stratificate nel
vissuto e che non riguardano le coppie
etero; un presupposto base nell'approccio psicoterapeutico. Mazzucco ha poi
esposto i rischi connessi, nei rapporti affettivi, al concetto del diventare
complementari l'uno all'altro, atteggiamento che porta al sostenersi
reciprocamente, ma non ad "andare avanti" come crescita del singolo
all'interno e all'esterno del rapporto di coppia.
Dopo
la pausa in note con il violoncello di Roberta Botta, l'intervento della prof.ssa di Filosofia Politica
dell'Università del Molise, Flavia Monceri, sulle radici della
violenza, senza genere, ma derivanti
dall'estenuante tentativo di mantenere e garantire, spesso per tutta la vita, "aspettative" derivanti da modelli
socio-culturali predefiniti: "Cosa avviene il giorno in cui quella persona
che ha tentato di conformarsi, di uniformarsi, si rende conto che in cambio non
ha ricevuto alcun premio? È in quel
momento che sfocia la frustrazione e la
violenza". Un intervento,
quello della Monceri, di
forte impatto e ad alto stimolo cognitivo: "l'evoluzione del singolo come
motore del cambiamento politico e sociale".
Momenti di confronto legati da un invisibile
filo conduttore, in cui ogni intervento sembrava conseguenza diretta del
precedente, pur trattandosi di professionisti, insieme per la prima volta. Un
convegno terminato con una testimonianza in prima persona, quella di Nicola Di Pietro, dell'associazione Maschile in Gioco di Roma.
Parole e frasi che hanno commosso i presenti,
nel riportare la sua storia,
prima nel tentativo di mascherare la sua omosessualità per non essere
deriso "vestendo di nero o con colori scuri", poi la violenza subita
all'interno di un rapporto di coppia. La vergogna per essere un uomo che
"si fa picchiare", la paura
che accomuna, l'andare avanti, una nuova relazione, tuttavia ancora con un pensiero
presente, rivolto all'ex compagno
violento, un peso che resta come un
senso di colpa costante nel non essere riuscito ad aiutarlo.
Naturale
e conseguente come solo poteva essere, si è così arrivati alla pre-annunciata firma del
protocollo di intesa tra il Cam Nord Sardegna ed il Mos, per intraprendere un
lavoro condiviso nella battaglia contro la violenza nelle relazioni affettive,
finalmente senza genere. Un traguardo unico per l'Italia, testimoniato dalla
presenza in platea dalla presidente e amministratore delegato della S.I.CO -
Società Italiana Counseling - la dott.ssa Gigliola
Crocetti, intervenuta per i saluti finali e nei quali
ha rimarcato l'importanza di convegni come quello appena svoltosi e
sottolineando aspetti della figura del counselor, professionista capace, attraverso una
attenta formazione professionale, di far
emergere le qualità celate dell'individuo per portarle al loro potenziamento. Presente anche la consigliere di parità, Maria Antonietta Sale che, senza falso buonismo, ha
ricordato la difficoltà di "entrare" nel tessuto educativo a partire
dalle scuole. La serata è stata moderata dalla giornalista Elena Mascia..