Si sono svolte anche a La Maddalena , le Celebrazioni per 69
Anniversario della Liberazione, venerdì 25 aprile 2014 alle ore 10.00 presso la
Piazza del Municipio si è svolta La Cerimonia istituzionale con la deposizione delle Corone alle Lapidi
dei caduti maddalenini nelle Due Guerre mondiali, presenti il Sindaco di La
Maddalena , ANGELO COMITI e il
Comandante del Presidio Marina Militare C.V. Claudio Gabrini, il Picchetto
d’Onore della Scuola Sottufficiali M.M. di la Maddalena, le Associazioni
d’Arma, Partigiane e Combattentistiche, a seguire nel salone del Consiglio
Comunale, un Convegno promosso dalla ANPI di La Maddalena, sezione Giuseppina Cogliolo Fiamma, sulla
vicende di due Personaggi legati alla
Guerra di Liberazione, “
Renato Bramucci nome da partigiano “Uliano”
e Stefano Iannone, con loro Foto,
documenti, memorie audiovisive , esposizione
fatte rispettivamente dal figlio del Partigiano , Almo Bramucci e dal
vicepresidente della sez. ANPI , Antonello Tedde, con l’apporto altresì di
Marcello Sorba per i dialoghi inerenti le predette figure.
Sul partigiano Renato Bramucci “Uliano” nato ad Ancona 2 /1/1924 , entra in clandestinità fin
dall'estate del '43 e si dedica alla lotta partigiana. Viene destinato al Monte
S. Angelo presso Arcevia (AN) in qualità di commissario politico. Qui assieme
ai compagni organizza innumerevoli azioni per procurare armi, munizioni e
viveri per il suo distaccamento. L'episodio che segnerà la svolta nella lotta
armata è l'eccidio del Monte S. Angelo (4 maggio 1944) quando duemila
nazifascisti, all'alba, assalteranno il distaccamento. Sarà una strage.
Periranno tutti i partigiani, gli otto componenti della famiglia Mazzarini che
li ospitava nella loro casa inclusa la bimba Palmina di 6 anni e anche i 12
prigionieri fascisti. Uliano (Renato Bramucci) assieme a Rolando (Wilfredo
Caimmi) riusciranno, unici di tutto il distaccamento, a salvarsi dopo una
strenua resistenza, gettandosi in un vallone e riuscendone illesi nonostante il
nutrito fuoco nemico. Il 25 aprile 1972 gli verrà conferita la medaglia
d'argento al valor militare con la seguente motivazione: “...nel corso di un
violento rastrellamento, effettuato dal nemico con l'impiego di numerosi uomini
e mezzi, si prodigava generosamente a rischio della propria vita per sottrarre
i commilitoni al cerchio di fuoco avversario, confermando le sue doti di
capacità, valore e abnegazione.”-----------------------------------------------------
Grazie alle memorie, ricordi e
documenti fotografici dei suoi nipoti, Gaetano
Pietro e Edoardo, , è stato possibile esporre la vita dell’altro personaggio, Stefano
Iannone nato a La
Maddalena nel 1921, da Eduardo Iannone,
e Maria Anna Battaglia, una famiglia
proveniente da Castellammare di Stabia ,
Al
momento dell’entrata in Gurerra dell’Italia giugno del ‘40 l’Italia entra in Guerra, Stefano viene inquadrato, presso il 25°
Reggimento Artiglieria da montagna "Assietta" , con sede in
Asti, precisamente nel reparto dell’artiglieria Someggiata, i cui obici erano trasportati sempre a dorso di mulo, questo reparto per
essere distinti dal resto dell’Artiglieria indossava il cappello degli Alpini.
Stefano
Iannone inviato dapprima nelle Zone di Guerra in Jugoslavia, dove riceve la
decorazione di una Croce di Guerra, viene successivamente inviato in Sicilia
sino al 1942, durante tale servizio produce domanda per essere arruolato nel X°
Reggimento Arditi, esattamente nella Compagnia dei Paracadutisti, corpo creato
nell’estate del ’42, presso Santa Severa sul litorale romano a 50 km dalla
capitale, per contrastare eguali Corpi specializzati incursori delle forze
Anglo-Americane.
Frequentata
positivamente la Scuola Paracadutisti a Tarquinia viene Inquadrato a tutti gli effetti fra i primi volontari del
Corpo , nel settembre 42, ed inserito nel 3° Battaglione Arditi, ed in tale
situazione si troverà al momento dell’Armistizio l’8 settembre 43.
Dopo la
caduta di Mussolini, contrariamente a buona parte del Regg. Arditi che aderirà
alla Repubblica Sociale, Stefano Iannone entra nella Resistenza partigiana
dell’alto Lazio nella regione del Lago di Bolsena, nel comune di Capodimonte,
provincia di Viterbo, e con un pattuglia interamente formata da sardi , tutti
ex Arditi, aiuterà la popolazione intorno al Lago per liberarla
dall’occupazione tedesca,e proteggeranno i civili in varie vicende ed in particolare dalle
nefandezze, compiute dalle forze francesi con le loro truppe coloniali
marocchine , nel giugno del 44, al momento della Liberazione da parte degli
Alleati della città di Roma e del territorio laziale, aiutando la cattura e
l’uccisione dei soldati magrebini macchiatisi di furti e violenze sulle donne e
sulla popolazione inerme.
Stefano
Iannone e la pattuglia dei sardi, una volta liberato il territorio intorno al
lago Bolsena, aiuterà le truppe inglesi dell’8 Armata Britannica del generale
in Capo Alleato, Harold Alexander, con compiti
di sminamento dei campi minati tedeschi, viste le sue conoscenze ed attitudini
ricevute nel Regg. Arditi, in particolare sull’uso di esplosivo al plastico T4.
L’aiuti e la difesa della
popolazione, fatta da Stefano e dalla pattuglia sarda, non saranno dimenticati
dagli abitanti di Capodimonte e del Lago di Bolsena, , le cui famiglie verranno
a trovarlo negli anni ’80 e 90, in
estate facendogli gran festa e ricordando i vari momenti passati.