lunedì 12 maggio 2014
Carlo Smuraglia: Introduzione (Roma, 29.4.2014,Teatro Eliseo)
Consentitemi, prima di tutto, di esprimere la mia emozione nel vedere questa bella sala
strapiena, con tante bandiere, fazzoletti dell’ANPI, ragazzi e ragazze, giovani e anziani,
di cui molti venuti da lontano (Sicilia, Sardegna, Piemonte, Veneto, Calabria, per dire
solo alcune delle provenienze); tutti col sorriso di chi è felice di incontrarsi, di ritrovarsi
insieme in una bella iniziativa della propria Associazione, su temi di grande importanza.
A tutti i presenti, che non sono solo iscritti all’ANPI, anche ai molti che non conosco,
che hanno ricevuto l’invito o semplicemente hanno visto i manifesti, un grazie di cuore
per la presenza qui, in una giornata importante e ricca di calore, anche se poi destinata al
ragionamento ed alle riflessioni più che sui dati puramente emozionali.
In questa sala c’è tutto l’orgoglio dell’ANPI, rigorosa custode dei valori costituzionali e
per questo ha promosso questa manifestazione. Preciso subito che non è per avviare un
cammino solitario, ma per lavorare unitariamente con tutti coloro che credono, appunto,
nei valori di fondo che devono regolare la vita del nostro Paese.
Sono quindi particolarmente lieto di aver ricevuto diverse adesioni di Associazioni che
hanno sempre dedicato il loro impegno al sostegno dei valori e princìpi costituzionali; e
di aver qui sul palco alcuni vecchi amici con i quali siamo legati, da molti anni, da
rapporti di stima e amicizia e che ho sempre apprezzato per le loro qualità e per la loro
preparazione. Parlo di Stefano Rodotà e Gianni Ferrara, ma mi riferisco anche a
Lorenza Carlassare, che non ha potuto venire e di cui ho letto la lettera di disappunto
per l’impegno che l’ha tenuta lontana da Roma.
Anche lei appartiene alla categoria di coloro che studiano, lavorano, riflettono e non
improvvisano; una qualità che sta diventando rara, ma che me la rende sempre più
amica, stimata ed apprezzata.
Sono lieto anche della presenza, qui in sala, di una qualificatissima delegazione della
CGIL, a riprova del fatto che anche con loro c’è una condivisione profonda, quali che
siano poi le soluzioni specifiche che ognuno preferisce, sul fatto che le riforme
costituzionali sono una cosa seria e dunque le modifiche necessarie devono essere
ponderate, rispettando – per quanto possibile – la volontà espressa dai Costituenti e gli
equilibri, fatti di pesi e contrappesi e soprattutto di garanzie per i cittadini, da loro
indicati e che sono, in linea di principio, aggiustabili ma non alterabili.