Terzo Settore
Esiste un’Italia generosa e laboriosa
che tutti i giorni opera silenziosamente per
migliorare la
qualità della vita delle persone.
E’ l’Italia del
volontariato, della cooperazione sociale,
dell’associazionismo no-profit, delle
fondazioni e delle imprese sociali.
Lo chiamano terzo settore, ma in realtà è il primo.
Un settore che
si colloca tra lo Stato e
il mercato, tra
la finanza e
l’etica, tra l’impresa
e la
cooperazione, tra l’economia e l’ecologia, che dà forma e sostanza ai principi costituzionali della
solidarietà e della sussidiarietà. E che alimenta quei beni relazionali che, soprattutto nei momenti
di crisi, sostengono
la coesione sociale e
contrastano le tendenze verso
la frammentazione e
disgregazione del senso di appartenenza alla comunità nazionale.
E’ a questo variegato universo, capace di tessere e riannodare
i fili lacerati del tessuto sociale,
alimentando il capitale più prezioso di cui dispone il Paese, ossia il capitale umano e civico, che il
Governo intende rivolgersi formulando, dopo un dibattito che si trascina ormai da troppi anni, le
linee guida per una revisione organica della legislazione riguardante il Terzo settore.
Anche in questo caso, vogliamo fare sul serio.
Per realizzare il cambiamento economico, sociale, culturale, istituzionale di cui il Paese ha bisogno
è necessario che tutte le diverse componenti della società italiana convergano in un grande sforzo
comune. Il mondo del terzo settore può fornire un contributo determinante a questa impresa, per
la sua capacità di essere motore di partecipazione e di autorganizzazione dei cittadini, coinvolgere
le persone, costruire legami sociali, mettere in rete risorse e competenze, sperimentare soluzioni
innovative.
Noi crediamo che profit e non profit possano oggi declinarsi in modo nuovo e complementare per
rafforzare i diritti di cittadinanza attraverso
la costruzione di
reti solidali nelle quali lo Stato, le
Regioni e i Comuni e le diverse associazioni e organizzazioni del terzo settore collaborino in modo
sistematico per elevare i
livelli di protezione
sociale, combattere le
vecchie e nuove forme di
esclusione e consentire a tutti i cittadini di sviluppare le proprie potenzialità.
Tra gli obiettivi principali vi è quello di costruire un nuovo Welfare partecipativo, fondato su una
governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei corpi intermedi e del terzo settore
al processo decisionale e attuativo delle politiche
sociali, al fine
di ammodernare le modalità di
organizzazione ed erogazione dei servizi del welfare, rimuovere le
sperequazioni e ricomporre il
rapporto
tra Stato e cittadini, tra
pubblico e privato, secondo
principi di equità, efficienza
e
solidarietà sociale.
Un secondo obiettivo è
valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e
occupazione insito
nell’economia sociale e nelle attività svolte dal terso settore, che a ben vedere è l'unico comparto