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- “L’autenticità del paesaggio della Sardegna è una risorsa che dà valore aggiunto ai nostri prodotti agroalimentari: col PSR puntiamo anche sulla qualità del nostro territorio”. Lo ha detto ieri a Milis l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, durante la tavola rotonda dedicata al tema “I paesaggi delle produzioni”, nell’ambito della manifestazione “Primavera in giardino”.
Sardegna terra di prodotti incontaminati. “Il paesaggio della Sardegna è il risultato di millenni di storia in cui civiltà e culture diverse si sono succedute e intersecate nella sua struttura, costituendo una precisa 'identità culturale’ – ha spiegato Falchi –. La percezione di un territorio autentico segnato dalla storia e che ancora riesce a conservare l’armonia della relazione tra uomo e ambiente è il maggiore punto di forza del brand Sardegna e come tale deve essere riconosciuto e usato quale maggiore valore aggiunto dei nostri prodotti: la Sardegna è identificata come terra incontaminata, essenziale, sana, armonica, pulita, e i prodotti di questa terra contengono per definizione tutte queste qualità”.
Paesaggio, bene culturale e economico. La tutela del bene paesaggistico, soprattutto “negli spazi agrari limitrofi ai centri abitati oggi sottoposti a una vera e propria aggressione edilizia o al consumo distruttivo causato da eolico o fotovoltaico selvaggio”, ha spiegato la titolare dell’Agricoltura, “non è una battaglia di retroguardia: c’è sicuramente un valore culturale e identitario da trasmettere alle generazioni future, ma non possiamo trascurare che porta vantaggi economici sia per l’agroalimentare sia per il turismo”. Lo dimostra l’esempio della Toscana, “una meta scelta dai turisti per le sue bellezze artistiche e architettoniche ma capace di richiamare visitatori interessati al cibo, al vino e alla bellezza di un paesaggio agrario curato e di grande fascino”. Le aziende agricole, i pastori, i contadini, in Toscana, sono “attivamente impegnati nella salvaguardia del territorio e come conservatori del patrimonio naturale e storico”.
Il PSR per la qualità dei territori sardi. Il filo conduttore del PSR, ha detto Falchi, “è la qualità dei prodotti, intesa non solo come organolettica o nutrizionale. ma anche come qualità del territorio che li produce”. Per questo, “abbiamo dato grande rilevanza a quelle misure che impattano in maniera positiva sulle nostre zone rurali, col sostegno ai sistemi di agricoltura biologica integrata, al benessere animale e l’indennità compensativa che sostiene la presenza dell’agricoltore a presidio del territorio, soprattutto nelle aree marginali”. Inoltre, “come è già stato con la fase finale di rimodulazione del PSR 2007-2013, vogliamo promuovere il turismo rurale mediante la creazione di itinerari culturali ed enogastronomici sostenibili, che recuperino le reti di comunicazione viaria esistenti: il nostro paesaggio agrario va curato e sosteniamo con forza la diffusione della cultura del decoro e del giardino di cui oggi, qui a Milis, abbiamo visto tanti affascinanti esempi”. “La nostra terra è la nostra ricchezza – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – dobbiamo amministrarla con saggezza e lungimiranza”.
Paesaggio, bene culturale e economico. La tutela del bene paesaggistico, soprattutto “negli spazi agrari limitrofi ai centri abitati oggi sottoposti a una vera e propria aggressione edilizia o al consumo distruttivo causato da eolico o fotovoltaico selvaggio”, ha spiegato la titolare dell’Agricoltura, “non è una battaglia di retroguardia: c’è sicuramente un valore culturale e identitario da trasmettere alle generazioni future, ma non possiamo trascurare che porta vantaggi economici sia per l’agroalimentare sia per il turismo”. Lo dimostra l’esempio della Toscana, “una meta scelta dai turisti per le sue bellezze artistiche e architettoniche ma capace di richiamare visitatori interessati al cibo, al vino e alla bellezza di un paesaggio agrario curato e di grande fascino”. Le aziende agricole, i pastori, i contadini, in Toscana, sono “attivamente impegnati nella salvaguardia del territorio e come conservatori del patrimonio naturale e storico”.
Il PSR per la qualità dei territori sardi. Il filo conduttore del PSR, ha detto Falchi, “è la qualità dei prodotti, intesa non solo come organolettica o nutrizionale. ma anche come qualità del territorio che li produce”. Per questo, “abbiamo dato grande rilevanza a quelle misure che impattano in maniera positiva sulle nostre zone rurali, col sostegno ai sistemi di agricoltura biologica integrata, al benessere animale e l’indennità compensativa che sostiene la presenza dell’agricoltore a presidio del territorio, soprattutto nelle aree marginali”. Inoltre, “come è già stato con la fase finale di rimodulazione del PSR 2007-2013, vogliamo promuovere il turismo rurale mediante la creazione di itinerari culturali ed enogastronomici sostenibili, che recuperino le reti di comunicazione viaria esistenti: il nostro paesaggio agrario va curato e sosteniamo con forza la diffusione della cultura del decoro e del giardino di cui oggi, qui a Milis, abbiamo visto tanti affascinanti esempi”. “La nostra terra è la nostra ricchezza – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – dobbiamo amministrarla con saggezza e lungimiranza”.