Un folto
pubblico ha presenziato alla presentazione del libro “Manlio” , ultimo romanzo
scritto da Giuseppe Garibaldi , svoltasi presso il compendio Garibaldino di
Caprera -La pubblicazione edita dall’editore maddalenino Paolo Sorba, promotore
di una già copiosa collana garibaldina, ha avuto il patrocinio
dell’associazione nazionale veterani e reduci Garibaldini, la cui presidente nazionale
Annita Garibaldi Jallet, pronipote dell’eroe, ne ha curato un ampia e
approfondita prefazione.La manifestazione, svoltasi nel vasto cortile di casa
Garibaldi, sotto il pino di Clelia ultima figlia del generale, patrocinata dal
polo museale della Sardegna la cui direttrice Giovanna Damiani ha autorizzato e
condiviso l’evento e quindi dal comune di La Maddalena nel 250mo della comunità
maddalenina, del quale ha portato il saluto il delegat Alberto Mureddu. Subito
dopo si sono svolti gli interventi illustrativi di Giuseppe Zichi, presidente
comitato di Sassari dell’istituto per la storia del risorgimento e di Federica
Falchi, docente dell’università di Cagliari, presidente della sezione
garibaldina del capoluogo, docenti ricercatori ed autori di vari testi sul risorgimento,
da Garibaldi a Mazzini ed altri.Nel corso delle relazioni, sono stati recitati
alcuni passi del romanzo autobiografico di Garibaldi, ad opera di Francesca
Falchi, interprete teatrale sarda.Il manoscritto, ultimo dei tre romanzi
scritti dell’Eroe dei Due Mondi, rimasto inedito per più di cento anni e pubblicato per la prima volta nel
Centenario della sua morte nel 1982, è
un testo da lui scritto per il suo ultimo figlio Manlio, nato a Caprera nel
1873, che trascorre un infanzia con
l’anziano padre negli ultimi suoi anni di vita.E’ un testo commovente e
toccante, una sorta di testamento di una vita, che merita una lettura attenta,
per lo stile, le parole e l’antico
vocabolario marinaresco.All’evento ha presenziato l’autrice dell’introduzione
alla nuova edizione del romanzo, Annita Garibaldi Jallet, che ha altresì
concluso la presentazione del libro con un suo intervento evidenziando come
nelle pagine del romanzo emergano quei valori fondamentali come la giustizia
verso i popoli oppressi, il ripudio della guerra quale strumento di risoluzione
delle controversie, come recita altresì la nostra Costituzione, la difesa di
una razza ed identità italica, la cui
gioventù da secoli negativamente influenzata dall’insegnamento dei
preti, un testo che alla fine evidenzia la vocazione di un Garibaldi più
scrittore della storia che vero e proprio romanziere.