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Dal 11 al 13 settembre 2017 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed incursori della Marina Militare distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. di Ancona (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), hanno condotto una delicata operazione subacquea nelle acque del lago di Varna (BZ), sito a 750 metri sul livello del mare, tesa a rimuovere numerosi ordigni esplosivi residuati bellici.
A seguito di una segnalazione da parte di un cittadino della presenza di probabili manufatti esplosivi, la Prefettura di Bolzano che ha richiesto un intervento di bonifica d’urgenza al Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina Militare congiuntamente a quello degli artificieri del 2° Regimento Guastatori di Trento dell’Esercito.
I Palombari si sono immersi per ricercare ed effettuare il riconoscimento degli oggetti segnalati che, trovati a pochi metri di profondità, sono stati identificati come 285 bombe da fucile austroungariche e 4 bombe a mano sferiche austroungariche risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Gli ordigni recuperati dagli operatori di Comsubin, il 13 settembre 2017 sono stati passati in consegna agli artificieri dell’Esercito che provvederanno alla loro distruzione.
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 12.400 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio 2017 ne hanno già neutralizzati 16.318 dai mari, fiumi e laghi italiani, senza contare le migliaia di proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm anch’essi rimossi e distrutti.
Con una storia di 168 anni alle spalle, i Palombari rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.