– Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, la Giunta ha votato ieri la declaratoria, da inviare al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, per l’accesso alle provvidenze del Fondo di solidarietà nazionale che interverrebbero sui danni causati dall’eccezionale siccità di quest’anno. “L’attività di accertamento in campo per la verifica dei danni agricoli – ha spiegato Caria – è già stata ultimata per quanto riguarda i pascoli e le produzioni foraggere delle aziende del comparto ovicaprino, mentre per le colture orticole, cerealicole, frutticole, viticole, olivicole, la produzione apistica e gli altri comparti della zootecnia, poiché l’evento non è ancora concluso, sono ancora in esecuzione le verifiche da parte dell’Agenzia Argea Sardegna. Una volta incassato il via libera dal parte del Mipaaf e stornate le risorse finanziarie regionali dall’Assessorato della Programmazione verso Argea – ha proseguito l’assessore – potremo procedere e accelerare su tutte le procedure per la partenza del bando e i successivi accrediti ai pastori dei 45milioni di euro stanziati per l’ovicaprino regionale. La legge che finanzia tali risorse infatti – ha concluso Caria – è entrata in vigore con la pubblicazione avvenuta sul Buras lo scorso venerdì 22 settembre”.
Con la delibera di ieri, la Giunta chiede al Mipaaf il riconoscimento, attraverso un provvedimento, del carattere di eccezionalità per la prolungata siccità. Si richiede quindi la concessione, per le aziende ovicaprine, delle provvidenze previste dall’art. 5 del decreto legislativo 102/2004 e delle successive modiche che, con la legge 123 del 3 agosto 2017 recante “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, permetterà a tutte le aziende sarde, anche a quelle non coperte da assicurazione, di poter accedere alle misure previste dalla normativa.
Decreto legislativo n. 102/2004. Per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese possono essere concessi: contributi in conto capitale per i danni alle produzioni e alle scorte aziendali; prestiti ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell'anno in cui si è verificato l'evento dannoso e per l'anno successivo. Possono essere inoltre prorogate per una sola volta e per non più di 24 mesi le scadenze delle rate delle operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario effettuate dalle imprese agricole; può essere concesso l'esonero parziale, fino a un massimo del 50%, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l'evento. Tali aiuti possono essere attivati in forma singola o combinata, tenuto conto della dotazione finanziaria assegnata al Fondo, delle esigenze e dell'efficacia dell'intervento.
Danni ovicaprino. Dalla relazione sugli accertamenti dei danni, già formulata da Argea, emerge che quelli a carico dei pascoli e delle produzioni foraggere delle aziende ovicaprine hanno intensità variabili tra il 50 e il 70%, a seconda che le superfici ricadano o meno all’interno dei comprensori irrigui dei Consorzi di bonifica. I danni sono stati causati dalla situazione di estremo stress idrico e dalla persistenza di elevate temperature, superiori alla media del periodo, associata nei primi mesi dell’anno a una forte escursione termica tra il giorno e la notte. Prima della siccità le campagne erano infatti già provate dalle condizioni climatiche anomale dei mesi di gennaio e di aprile con le nevicate del 16 e 17 gennaio, il ciclone extratropicale del 21 gennaio e le gelate della seconda decade di aprile.
Scarse precipitazioni. Dai dati della rete pluviometrica regionale risulta che già nell’anno idrologico 2015-2016 sono state registrate piogge inferiori alla media con deficit di circa il 20%. Nell’anno in corso, fatta eccezione per le aree del Flumendosa e della Gallura, si registrano deficit di pioggia che vanno da un minimo del 30% del Campidano a un massimo del 45% del Logudoro. In termini di frequenza storica si sottolinea che per il Logudoro si tratta dell’anno più siccitoso dall’inizio delle osservazioni nel 1922 e per le altre aree comunque fra i primi casi critici registrati negli ultimi 100 anni. Ancora più drammatica la situazione degli ultimi tre mesi primaverili, strategici per le esigenze idriche delle campagne, con deficit intorno al 70% per tutte le aree, con punte prossime al 90% in Gallura e Flumendosa. Inoltre, le precipitazioni registrate da alcuni anni sul territorio regionale sono state così ridotte che il quadriennio 2013-2017 si sta rivelando come uno dei più critici mai registrati in Sardegna a partire dal 1922.