giovedì 13 agosto 2015

Legge elettorale regionale: primarie, sbarramento, doppia preferenza di genere e rappresentanza territoriale



Una legge elettorale vergognosa, 
su cui i Riformatori hanno sempre espresso fortissime perplessità, che non hanno votato e che dev'essere subito cambiata. 
Non solo ha dato luogo ad una situazione paradossale, in cui ballano seggi e consiglieri rendendo incerti composizione ed equilibri politici all'interno dell'assemblea legislativa sarda, ma ha tutt'altro che favorito la presenza delle donne e penalizzato alcune importanti aree dell'Isola.
Abbiamo pronti i quesiti referendari e siamo pronti alla mobilitazione. Tuttavia, considerata la delicatezza della materia, consideriamo i referendum l'ultima spiaggia, una via da percorrere solo se l'ignavia del consiglio regionale si spingesse al punto da non voler mettere mano a questa vera e propria porcata.
Uno dei nodi fondamentali è quello della rappresentanza territoriale in seno al Consiglio regionale: alle ultime elezioni aree importantissime della Sardegna come la Gallura e l'Ogliastra hanno avuto meno rappresentanti di quelli che sarebbero loro spettati.

Ma certo non è quello l'unico problema.
Premessa la fondamentale esigenza di garantire una solida maggioranza a chi vince le elezioni ai fini della governabilità, altri tre sono i punti su cui secondo i Riformatori occorre intervenire per rimediare al disastro:
1) primarie obbligatorie per la scelta dei candidati alla presidenza dei diversi schieramenti, anche per ottemperare alla precisa indicazione del referendum del 2012;
2) introduzione della doppia preferenza di genere, lo strumento più efficace per favorire la presenza delle donne in consiglio regionale, anche alla luce della positiva esperienza registrata nei comuni;
3) una soglia di sbarramento per l'accesso in consiglio regionale. tale da garantire la rappresentanza solo a chi esprime un minimo di consenso.
Su questi aspetti siamo pronti a confrontarci con tutti, ma non siamo disponibili a fare melina. Occorre individuare rapidamente soluzioni semplici e chiare, che evitino per il futuro il riproporsi di situazioni che sarebbero ridicole se non avessero implicazioni così nefaste. Se questo non sarà, chiederemo ai sardi di pronunciarsi direttamente.

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