Fervono i preparativi per la terza
edizione della sezione documentaristica del Sardinia Film Festival
Tre giorni di proiezioni nelle sale suggestive di “Su Palatu” per far conoscere
la forza espressiva della migliore produzione documentaristica italiana. Ma
soprattutto, tre giorni di emozioni in compagnia di autori, registi, scrittori,
politici e personaggi dello spettacolo che raccontano se stessi e le loro
esperienze nella cornice suggestiva del centro storico di Villanova.
Dal 20 al 22 agosto
ritorna il Festival del Documentario
Italiano, sezione del Sardinia Film
Festival dedicata al “cinema che aiuta a capire il mondo”. Un piccolo gioiello
capace di attrarre appassionati e curiosi, che da alcuni anni sta facendo
conoscere la ridente comunità situata tra Poglina e Monte Minerva come la
“città del documentario”.
Il grande successo
ottenuto nelle prime due edizioni, per pubblico e critica, ha spinto il Comune
di Villanova e il Cineclub di Sassari a proseguire ancor più tenacemente nel
percorso tracciato. Grande l’impegno profuso e numerosissimi i lavori pervenuti.
A contendersi il Premio saranno 10 opere finaliste, di cui tre sono realizzazioni
di autori sardi. «Confidiamo che questo format possa consolidarsi sempre più come
una formula di successo e coinvolgere appieno la nostra comunità – afferma il
sindaco Quirico Meloni – e possa essere anche un punto di riferimento per il
contesto regionale e nazionale».
Sullo stesso avviso
Carlo Dessì, direttore del CineClub: «La considerazione per i documentari sta
crescendo sempre più e lo dimostrano i riconoscimenti ottenuti in importanti
festival oltremare. Forse lo spazio è ancora poco e il nostro contributo di
Villanova vuol offrire la giusta valorizzazione per questo tipo di opere».
Finora a prevalere sono
stati i documentari di denuncia che hanno toccato delicati temi sociali. Nel
2013 ad aggiudicarsi il Festival era stato Riccardo Valsecchi, autore di Lecco
residente in Germania, con “Id-withoutcolors”, un video di accusa contro il
razzismo istituzionalizzato nella Berlino multiculturale. Lo scorso anno il Premio
Villanova era andato Stefania Donaera, regista cagliaritana trapiantata a Roma
sempre in giro per il mondo. La sua opera “Ribelle e Ostinata” girata nel
Bangladesh, seguiva le vicende di una donna “ribelle e ostinata” che, dopo
essere stata sfregiata con l’acido muriatico aveva trovato il coraggio di
reagire e di portare aiuto a chi si trovava nelle sue stesse terribili
condizioni.
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Salvatore Taras
Ufficio stampa e
comunicazione
Festival del Documentario
– Premio Villanova Monteleone 2015
3287357589