È stata programmata dal parco la nuova stagione di abbattimenti selettivi di ibridi di cinghialexmaiale sulle isole di Caprera e La Maddalena. La riunione ha visto presenti i delegati del corpo forestale dello Stato, del CFVA (Corpo forestale e di vigilanza ambientale), della Capitaneria di Porto di La Maddalena e della ASL 2 di Olbia.
La nuova campagna, che inizierà nel mese di novembre per concludersi a marzo 2013, prevede un rafforzamento del metodo di cattura e successiva macellazione attraverso l’utilizzo delle gabbie, statisticamente rivelatosi il metodo più efficace per il raggiungimento dell’obiettivo finale dell’eradicazione della specie ibrida. L’acquisto di nuove gabbie e il potenziamento di questo metodo di cattura è stato approvato da tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Aumenteranno anche la vigilanza e il controllo da parte delle competenti forze dell’ordine sui siti individuati per prevenire manomissioni, vandalizzazioni e danneggiamenti agli strumenti di cattura.
La strategia del parco prevede comunque di non rinunciare ad alcuno dei tre metodi di cattura che fino a questo momento hanno consentito di abbattere 300 esemplari degli ibridi di cinghialexmaiale presenti in particolare sull’isola di Caprera, che hanno ormai raggiunto l’isola madre di La Maddalena. Proseguiranno quindi fino al prossimo mese marzo anche le battute tramite il metodo della “carabina”, calendarizzate nelle giornate del martedì a Caprera e del venerdì a La Maddalena. Per quello che riguarda invece l’uso del metodo della “girata” l’intervento dovrebbe essere concentrato, almeno in una prima fase, in quattro giornate del mese di novembre: sabato 10, 17 e 24 e giovedì 29, fino allo scadere dei termini della deroga concessa dall’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la tutela ambientale) per l’utilizzo di cani non abilitati con certificazione ENCI (Ente nazionale della cinofilia italiana).
Ancora una volta l’Ente Parco ricorda che il ricorso a metodi di abbattimenti selettivo all’interno di un’area protetta come il Parco Nazionale di La Maddalena – quale modalità d’intervento al fine dell’eradicazione, e non del semplice controllo, di una specie ibrida, introdotta dall’uomo e che è suscettibile di causare danni immensi al patrimonio di fauna e flora – costituisce uno strumento al quale l’Ente ricorre al fine esclusivo di salvaguardare questo habitat incredibilmente delicato, dove anche l’introduzione di specie “aliene” può costituire un elemento di distruzione per molte altre specie. peone