Se lo scopo della visita dell’assessore Simona De
Francisci era quello di confermare l’intento di chiudere il punto nascite
dell’ospedale Paolo Merlo allora poteva tranquillamente evitare di venire a La
Maddalena e starsene a casa.>> E’ questa la dichiarazione di Massimiliano
Guccini, consigliere di opposizione e sindacalista della Uil , dopo la notizia
della chiusura del punto nascita dove
l’assessore ha ricordato che <<le norme
stabiliscono in 1000 parti all’anno la soglia minima per istituire un punto
nascita ospedaliero, anche a tutela delle madri e dei nascituri. A La Maddalena
ci sono 122 parti annui. In ogni caso, l’assessore ha detto che a La Maddalena
sarà garantita una sala con il ginecologo e un’ostetrica.>>
Ci
opporremo in tutti modi- prosegue Guccini perché ciò non accada, anche con la forza. Si
tratta di un argomento già analizzato nell’ambito della definizione dell’atto
aziendale della ASL a gennaio. La contrarietà su questa proposta è stata
unanime e forte. Sono state raccolte ben 5000 firme che hanno rafforzato
l’azione di contrasto posta in essere da tutti gli esponenti politici e da
tutte le organizzazioni sindacali del territorio. Anche la dirigenza ASL alla
fine ha recepito tale volontà. Il punto nascite di La Maddalena non si tocca
per nessuna ragione al mondo! Da Cagliari non possono fare ciò che vogliono
senza rispettare la volontà dei cittadini di La Maddalena che il servizio
sanitario lo pagano. Stesso discorso vale per l’eliporto, che venne proposto a
suo tempo in sostituzione di alcuni servizi ospedalieri. Se questo è lo scopo
non se ne parla neanche! L’Ospedale di La Maddalena va potenziato e
ristrutturato senza tenere la calcolatrice in mano. Vista la situazione
d’insularità, così come accade nelle altre isole minori, è necessario un ambito
specifico in deroga ai parametri generali. L’Assessore meglio ritiri
immediatamente la delibera 24/43 che come al solito pone in essere i soliti
tagli lineari che sono più semplici, senza incidere veramente sugli sprechi.