6 - Più di 600 chilometri percorsi in tre giorni, 17 cantine dei territori incontrate tra Oliena, Mamoiada e Jerzu, oltre 40 vini degustati insieme a visite ai vigneti e approfondimenti tematici: sono alcuni degli elementi più importanti dell’educational tour organizzato dall’agenzia LAORE, su mandato dell’Assessorato dell’Agricoltura, per far conoscere il vino Cannonau a una delegazione della stampa estera specializzata in enologia, cibo e stili di vita.
Vino e tradizioni sarde. Circa il 30% dei vini prodotti in Sardegna sono Cannonau e il 60% di questi vengono dall’area del Nuorese, il cuore dell’isola: queste percentuali spiegano perché il nostro vino rosso è, insieme al Vermentino, quasi sinonimo di Sardegna per consumatori e appassionati italiani. Altrettanto non si può dire per i mercati internazionali come Stati Uniti, Europa e Giappone. E proprio dagli Usa e da paesi dove l’interesse per il vino è molto forte come Regno Unito, Germania, Svezia, Svizzera, Belgio e Olanda sono arrivati i giornalisti chiamati a visitare, a volte con stupore e grandi apprezzamenti, alcune delle aree del Cannonau, ad assaggiare vini e produzioni agroalimentari ed entrare in contatto con tradizione e cultura sarda.
Falchi: iniziative fondamentali. “Sappiamo che uno dei principali problemi della Sardegna è la difficoltà a superare il mare e farsi conoscere in ambito internazionale – dice l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi – e proprio per questo stiamo puntando su un grande lavoro di promozione dell’isola e delle sue produzioni di eccellenza. Da anni il mondo vitivinicolo sardo ci chiedeva di intervenire nella promozione e uno dei modi più efficaci consiste nel portare qui i principali giornalisti di testate specialistiche e generaliste: li abbiamo coinvolti in un giro della Sardegna, organizzato con grande attenzione per individuare tappe significative che potessero trasmettere il connubio tra i nostri prodotti e i loro territori d’origine. Siamo partiti dal Cannonau perché il prossimo anno ospiteremo il concorso “Grenaches du monde”, che celebra proprio i vitigni Grenache come il Cannonau: siamo piccoli produttori rispetto a colossi come Spagna e Francia ma con questa tappa in Sardegna vogliamo dare risalto alle nostre produzioni di altissima qualità. Prima della prossima estate, puntiamo a organizzare un nuovo educational dedicato a Carignano, a Vernaccia e Malvasia e a settembre un altro dedicato al Vermentino, anche con una migliore integrazione con gli appuntamenti organizzati sul territorio”.
Oliena, Mamoiada, Jerzu. Nei tre giorni di tour tra i territori di Oliena, Mamoiada e Jerzu, oltre all’incontro coi produttori e alla visita di aziende e vigneti, la delegazione ha potuto approfondire le tematiche legate al Cannonau grazie alla presentazione dei territori d’origine e alla Denominazione, a cura di Marco Fronteddu dell’agenzia LAORE, e al focus sull’importanza della Vite selvatica in Sardegna, curato da Gianni Lovicu dell’Agenzia AGRIS. Le proprietà benefiche del vino sono state oggetto di una relazione sul Cannonau nell’alimentazione dei Centenari della Sardegna, da parte di Luca Deiana dell’Università di Sassari. Agli incontri e alle degustazioni, grazie alla collaborazione col Consorzio di tutela del Cannonau, hanno partecipato cantine di Oliena, Mogoro, Dorgali, Orgosolo, Alghero, Sorso, Nuoro, Jerzu, Tortolì e Baunei.
Shah: grandi potenzialità sui mercati. “Questo può essere l’inizio di un serio percorso di promozione dei vini sardi – spiega Michelle Shah, quotata giornalista inglese che ha fatto da consulente organizzativa per l’educational tour – perché per farti conoscere devi prima far venire la stampa e creare interesse: all’estero i giornalisti hanno un forte ruolo di orientamento per i gusti del pubblico. La Sardegna ha un grande potenziale però ci vuole una strategia di branding per far conoscere il suo nome e far uscire con successo i prodotti sardi. Tra le impressioni raccolte in questi giorni, tutti sono concordi nel dire che il Cannonau nella sua versione più semplice e immediata, con la vinificazione fatta in acciaio, ha grandi possibilità perché è molto bevibile grazie ai suoi aromi fruttati: una caratteristica che va fatta conoscere. Ma ci sono anche vini più complessi e importanti che possono avere successo perché il Cannonau si sposa benissimo non solo alla carne ma anche a cucine più leggere. È stato positivo avere un quadro esaustivo della produzione grazie alla presentazione di circa 45 vini. I mercati su cui puntare per il futuro sono paesi scandinavi, Polonia, Repubblica Ceca, Estonia, senza dimenticare le possibilità offerte da paesi come Giappone, Hong Kong, Singapore”.