“Le valutazioni della Corte – ha aggiunto l’assessore La Spisa - ci spronano a proseguire sulla strada del risanamento sanitario intrapresa dall'inizio della legislatura. I 3 miliardi 350 milioni per il Fondo sanitario regionale, con la norma che prevede la decadenza dei direttori generali delle aziende che non conseguono gli obiettivi, e l’equilibrio economico e finanziario di bilancio inseriti in Finanziaria rappresentano la volontà di proseguire su questa strada”.
In particolare, il piano di azione organico della Giunta è incentrato sul contenimento della spesa farmaceutica (ospedaliera e territoriale) da una parte e, dall’altra, sulla messa a regime del Sisar (il Sistema informativo sanitario regionale) non appena saranno risolte le criticità riscontrate. Sul primo punto, ha annunciato l’assessore De Francisci, “presto porterò all’ordine del giorno della Giunta una delibera basata su tre direttrici: centralizzazione delle gare; incentivazione della distribuzione diretta dei farmaci specie quelli ad alto costo; incontri periodici con i medici di medicina generale e i pediatri per raggiungere una migliore appropriatezza prescrittiva. Per quanto riguarda il Sisar, stiamo lavorando costantemente in sinergia con Sardegna.it per risolvere nel più breve tempo possibile le anomalie come il sovraccaricamento del sistema e la lentezza degli applicativi”.
L’assessore ha poi ricordato le azioni di sistema messe in campo dall’esecutivo, alcune delle quali diventate poi norme della Finanziaria recentemente approvata dal Consiglio regionale. Tra queste, oltre agli obiettivi prefissati per i direttori generali delle Asl, il divieto di finanziare in deficit il sistema sanitario e il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera che intende porre fine a una visione “ospedalocentrica” per dare più spazio alla sanità nel territorio grazie a Case della salute, hospice e altre strutture.
Per quanto riguarda il disavanzo, l’assessore chiarisce come dalle stime rilevate, fermo restando il livello dei costi delle singole aziende sanitarie e preso atto delle risorse che trovano capienza nel fondo sanitario regionale, la perdita netta presunta per il 2011 è pari a poco più di 95 milioni di euro.
L’assessore ha infine fatto presente che la sanità, in Sardegna, rappresenta la maggiore “industria” che, tra impiegati diretti e indotto, assicura circa 50mila buste paga: “Numeri che, in un momento di crisi generale, danno sicurezza a molte famiglie sarde”