Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena sarà nei prossimi mesi al centro della rete “MEDUSE”, un progetto sperimentale e all’avanguardia che è finanziato nell’ambito del “Settimo programma quadro Galileo” dell’Unione europea ed ha quale obiettivo l’elaborazione di una piattaforma infrastrutturale comune per il monitoraggio delle zone marine. Il progetto, dalla denominazione per esteso assai complessa (Marine park Enhanced applications baseD on Use of integrated GNSS Service – Applicazioni avanzate per i parchi marini basate sull’uso integrato di tecnologie GNSS) è rivolto alla valorizzazione della conoscenza delle aree marine protette attraverso la ricerca e l’innovazione scientifica e tecnologica.
Fanno parte della rete “MEDUSE” anche alcune aziende private italiane e europee – la “Vitrociset Belgium”, la “Nextant” la “Blue Thread – Navigation Technology” e la “Anesti” – che predisporranno congiuntamente, ognuno per il settore di competenza, gli strumenti per realizzare il prototipo di un’infrastruttura tecnologica, basata sulle tecnologie GNSS (Global navigation satellite system – Sistema satellitare globale di navigazione), da adottare in futuro nell’area marina del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena e da estendere anche ad altre zone protette italiane. Le attività di ricerca e sviluppo hanno infatti l’obiettivo di predisporre un sistema che permetterà all’Ente Parco di dotarsi di un avanzato strumento di monitoraggio informatico per il controllo degli accessi e la tracciabilità delle rotte dei mezzi privati e commerciali all’interno dei propri confini, sia per quello che riguarda la bigliettazione e l’ancoraggio delle imbarcazioni sia per il semplice transito.
Il monitoraggio degli accessi – necessario anche per una puntuale valutazione scientifica della pressione antropica esercitata all’interno dei confini dell’area del Parco e per una più efficace individuazione degli strumenti di tutela necessari per l’ecosistema particolarmente delicato dell’Arcipelago – avverrà attraverso l’utilizzo di tecnologie satellitari in grado di rilevare costantemente il posizionamento e il flusso di mezzi in entrata e uscita dal perimetro dell’area protetta. Tale soluzione potrebbe consentire in futuro, ad esempio, la sostituzione del permesso cartaceo con terminali di accesso a basso costo che potranno essere presenti a bordo delle imbarcazioni e che consentirebbero la tracciabilità costante dei mezzi.
Il sistema di monitoraggio potrebbe inoltre fornire un essenziale ausilio anche per quello che riguarda i corpi di vigilanza a mare: la Capitaneria di porto e la altre forze dell’ordine avrebbero infatti la possibilità di visionare in tempo reale una mappa aggiornata dei movimenti e del traffico delle imbarcazioni a mare e sarebbero quindi in grado di intervenire con efficacia e rapidità in particolare nei casi di violazione delle norme di navigazione: limiti di velocità, divieti di ancoraggio, situazioni di pericolo, etc.
«Integrare il bilancio ordinario dell’Ente con i finanziamenti derivanti dall’Unione europea è un obiettivo che abbiamo costantemente perseguito nel corso degli anni lavorando a diversi progetti e canali di finanziamento. Il progetto “MEDUSE” è l’ultimo risultato ottenuto: un progetto importante e ambizioso – sottolinea il Presidente Giuseppe Bonanno – che consentirà una sperimentazione sul nostro territorio di un innovativo sistema per il monitoraggio dei flussi di imbarcazioni in entrata e in uscita all’interno dei confini del Parco, che potrebbe essere esportato anche ad altre esperienze e ad altre aree marine».