domenica 13 ottobre 2013

LETTERA INVIATA ALLA REGIONE DALLE FAMIGLIE INTERESSATE GLI ABBATTIMENTI


Probabilmente dovremmo chiedere alla politica che si faccia un emendamento salva prime case ma in realtà sarebbe meglio parlare di emendamento salva famiglie. Sì perché è di questo che si tratta di salvare decine di famiglie dalla strada, dalla fame e dalla perdita di dignità. Parole molto forti pronunciate dalle famiglie maddalenine ma ampiamente giustificate se si pensa che nella lunga lista di demolizioni non sono presenti doppie o triple case, non sono presenti nomi di ricchi imprenditori e/o persone che lucrano da affitti estivi ma semplicemente modeste famiglie di operai, pensionati, disoccupati che hanno una prima casa e in alcuni casi con bambini neonati e persone diversamente abili a proprio carico, un dato, questo, da non sottovalutare anche dal profilo dell’ordine pubblico, se qualcuno infatti dovesse rimanere senza tetto la sua reazione potrebbe essere assai diversa da chi si vede demolire una casa utilizzata per un paio di mesi all’anno. Dal punto di vista sociale un “abusivismo necessario” per questo le famiglie chiedono con forza alla classe politica e giuridica che venga fatta una valutazione caso per caso sugli abbattimenti delle case abusive, salvando dalla demolizione chi ha costruito per necessità. E' compito dei Comuni e delle istituzioni interloquire con chi di dovere, viviamo in un Paese in cui slitta tutto, dalle condanne alle indagini, dagli arresti al riesame, viviamo nell’era delle prescrizioni e dell’indulto non si capisce perché si dovrebbe essere implacabili solo col mettere le persone in strada. Le case abusive ventennali, e non sanate,  sono costruite oltre la fascia dei 150 metri dal mare e non contrastano con rilevanti interessi urbanistici e ambientali lo dimostra il fatto che le stesse in origine erano zone F4 (residenziali turistiche) passate successivamente nel 2004 zona H (massima tutela ambientale) a seguito del nuovo piano urbanistico comunale effettuato dall’assessore competente al quale chiediamo spiegazioni, se pur a distanza di anni, delle motivazioni che lo hanno spinto a prendere tale decisione che di fatto oggi mette in ginocchio moltissime famiglie locali. Oggi attendiamo con ansia e preoccupazione gli esiti di questo provvedimento, siamo legati ad un filo tenue di speranza che ci ha spinto a scrivere più lettere indirizzate al Papa, ai vescovi di Tempio e di Sassari, al Presidente della repubblica e al Ministero dell’ambiente, tutte con un unico messaggio di aiuto e diritto al futuro per noi ed i nostri figli.


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